Il primo passaggio è è iniziato lunedì 10 ottobre, quando i neodeputati e i neosenatori sono entrati alla Camera e al Senato: per loro si è trattato di una sorta di primo giorno di scuola. Cosa è successo: effettuata prima la registrazione, poi si sottopongono alla foto di rito per il tesserino parlamentare e infine a tutti verrà assegnato l’account personale. I numeri: 400 eletti a Montecitorio, 200 a palazzo Madama.
La giornata politica ora per ora
Le altre tappe
La “magic date” per l’inizio delle consultazioni non è ancora certa: potranno essere avviate solo con l’elezione dei primi inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, che con i presidenti dei gruppi parlamentari sono gli interlocutori di questa importantissima fase che precede la nascita del nuovo governo.
I presidenti delle Camere
La loro elezione rappresenta il primo adempimento delle nuove Camere, convocate nella loro prima seduta per la mattina del 13 ottobre (alle 10 la Camera, alle 10.30 al Senato). Storicamente la “fumata bianca” arriva prima al Senato e poi alla Camera, spesso il giorno dopo.
A Montecitorio
La prima seduta sarà presieduta da Ettore Rosato (Iv), vice presidente anziano nella scorsa legislatura. L’elezione del presidente scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, pari a 201 voti.
Al Senato
A presiedere la prima seduta toccherebbe al senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il più anziano tra i componenti di Palazzo Madama (è del 1925). Tuttavia, pare escluso che Napolitano possa adempiere a questo compito per le sue condizioni di salute, per cui lo scranno di presidente provvisorio andrebbe ad un’altra senatrice a vita, Liliana Segre, nata nel 1930. Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta) per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’Assemblea (104 calcolando anche i senatori a vita). Ove non si raggiunga tale maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età: in base a questa regola Carlo Scognamiglio prevalse su Giovanni Spadolini.
I gruppi parlamentari ed i capigruppo
Entro due giorni dalla prima seduta i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono: a quel punto i gruppi sono convocati per eleggere i rispettivi presidenti.
Il presidente del Consiglio
Da quando son eletti i presidenti delle due Camere il presidente del Consiglio uscente può salire al Quirinale per dimettersi: resterà comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti fino alla nomina ed al giuramento del nuovo governo.
Consultazioni e nuovo incarico del nuovo premier
Prima dell’affidamento del nuovo incarico a quella che potrebbe essere il primo presidente del Consiglio donna, ci saranno le consultazioni da parte del Capo dello Stato. A quel punto viene affidato l’incarico al premier di formare un nuovo governo, suggerendo i nomi dei ministri da nominare. Entro 48 ore vanno sciolte le riserve.
Lo scioglimento delle riserve e il nuovo governo
Una volta terminate le consultazioni e se queste hanno dato esito positivo, il premier torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. All’uscita dallo studio alla Vetrata e dopo l’intervento del Capo dello Stato, il neopresidente del Consiglio legge la lista dei ministri. A questo punto il governo è fatto.
Giurare fedeltà
Il passaggio successivo è il giuramento. «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione». È questa la formula recitata da presidente del Consiglio e dal nuovo esecutivo.
La cerimonia della campanella
A giuramento terminato il passo successivo e molto simbolico è la “cerimonia della campanella”. Al primo piano, nel salone delle Galere, il premier uscente consegna al nuovo la campanella, il cui trillo fa iniziare la riunione del Consiglio dei ministri.
La prima seduta
Il passaggio formale di testimone con la cerimonia della campanella prelude alla prima seduta del Consiglio dei ministri. Il premier uscente lascia Palazzo Chigi e il nuovo riunisce per la prima volta il Cdm: vengono nominati Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio. Il governo entra ufficialmente in carica. Da questo momento in poi può iniziare a varare decreti-legge e disegni di legge, gli strumenti principali della sua attività. Ultimo passaggio, la fiducia. Dopo il giuramento il Presidente del Consiglio si presenta alle Camere per chiedere la fiducia. Basteranno 201 sì alla Camera e 104 sì al Senato…continua a leggere dalla fonte
Fonte: LaStampa.it
Views: 38