Gli aerei commerciali decollano quasi sempre a una potenza dei motori ridotta per ridurre anche i costi. E se volassero più bassi inquinerebbero di meno.
Gli aeroplani non decollano quasi mai alla massima potenza, perché non solo non serve, ma sarebbe addirittura controproducente: quasi sempre, invece, gli aerei commerciali al decollo mantengono una potenza dei motori ridotta – la minima necessaria per alzarsi in volo e per potere, se necessario, rinunciare al decollo in sicurezza. Questo serve principalmente a diminuire i costi: un motore, che può costare tra i 5 e i 40 milioni di dollari, è soggetto a particolari stress proprio quando deve generare la massima spinta.
Limitando la potenza nella maggior parte dei decolli, si aumenta il tempo tra le costose revisioni e si allunga la vita del motore dell’aeroplano. Ma si aumenta anche la sicurezza: minore potenza dei motori vuol dire minore probabilità di malfunzionamenti, aumentando inoltre la controllabilità dell’aereo in caso un motore si guasti proprio nella fase critica del decollo. Grazie a questo, in alcune situazioni, ridurre la spinta permette di decollare con un peso maggiore di quello consentito alla massima potenza.
LA SPINTA OTTIMALE. La piena potenza si usa solo nei casi che davvero la richiedono. A ogni partenza, quindi, i piloti devono stabilire quale sia la spinta ottimale da utilizzare per quel decollo in base a quota, lunghezza e condizioni della pista, temperatura esterna, forza e direzione del vento, pressione atmosferica e diversi altri fattori. Per risparmiare e inquinare meno, ma garantendo sempre la sicurezza del volo.
Un altro studio dell’American Chemical Society ha dimostrato quanto gli aerei potrebbero inquinare di meno se volassero più bassi. Secondo gli scienziati basterebbe una percentuale minima di aerei, calcolata in circa l’1,7%, che volasse a una quota di 600 metri più bassa, per limitare notevolmente la formazione delle scie di condensazione, riducendo così il loro effetto termico di ben il 59,3%.
INQUINAMENTO AEREO. Le scie si formano perché alcuni aerei, viaggiando alla loro quota di crociera (in media attorno ai 10.000 metri), emettono particelle di carbonio generate da una combustione incompleta dovuta alla rarefazione dell’aria, producendo così un’ingente fonte di inquinamento atmosferico. Secondo l’accurata ricerca degli scienziati, l’80% del riscaldamento proveniente attualmente dalle scie è riconducibile a solo il 2,2% dei voli, dei quali – incrociando rotte e corridoi di volo – circa i 2/3 potrebbero tranquillamente abbassare la propria quota, riducendo in modo importante l’inquinamento…continua leggere dalla fonte
Fonte: Focus.it
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