E’, oramai, una piaga sociale che nonostante le restrizioni degli spostamenti dovuti al covid19, difficilmente si riesce a combattere, forse anche dovuto all’ignoranza ed all’inconsapevolezza di quanto male possano fare i rifiuti se non smaltiti in modo corretto.
E poi c’è anche la pigrizia, la pigrizia che non ci consente di impegnarci, di separare i rifiuti ed attendere che il buon operatore ecologico la mattina passi a prenderla….perciò si tende a caricare l’auto e arrivare in un punto che sembra essere lontano da casa propria e riempirlo di ‘mmunnezza!
E’ il profilo tipico dell’inquinatore ambientale nostrano, “meglio buttarla là che tenerla a casa mia!” come se il problema fosse risolto, scaricato ad un terzo, senza sapere che ritorna come un boomerang sotto forma di bolletta! E’ si, perché rimuoverla costa, e non poco! Tutto questo scempio, poi, ancora più mortificante e grave è che accade A due passi dall’isola ecologica rifiuti rifiuti e rifiuti: plastica, carta, vetro, rottami e …..questa volta anche amianto….ecc ecc.
La consapevolezza di non essere beccati poiché la zona è priva di ogni dispositivo di rilevamento è la migliore delle condizioni per questi “bastardi-ambientali”! Eppure basterebbe posizionare 3 telecamere (mobili) nei punti di accesso alla zona oggi scoperta; costo dei dispositivi movibili? molto meno di 1.000€!!
Ecco le foto-denuncia pubblicate quest’oggi su Facebook da Antonio Picilli.
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