- Tra la polvere di zone desertiche, in ambienti innevati, lungo le strade delle grandi città, in alto mare. Sono 13.300 i militari che trascorreranno il Natale e il capodanno lontani da casa, impegnati in 35 missioni in ben 23 Paesi del mondo. In 5.990 si trovano all’estero mentre i restanti 7.310 sono occupati in operazioni nazionali. Il contingente più numeroso è quello schierato in Libano con 1113 soldati, il 75% dei quali di origine campana in quanto appartenenti alla brigata Garibaldi di Caserta. In Iraq sono dislocati 1027 militari mentre in Afghanistan ce ne sono 978. Il contingente italiano in Kosovo, anch’esso composto perlopiù da campani, conta 639 unità. Ci sono anche 285 soldati in Libia, 84 in Niger, 127 in Turchia, 178 in Somalia, 148 in Lettonia, 80 in Egitto e 7 in Mali. Sono 651 i marinai impegnati nell’operazione Mare Sicuro e 350 quelli che operano in Eunavformed. Per molti di loro si tratta dell’ennesimo Natale da vivere fuori dai confini nazionali o a svariati chilometri dalla famiglia. Per tanti è diventata ormai una consuetudine condividere le festività con i colleghi. Come da tradizione i soldati italiani si ritroveranno in mensa per il cenone della vigilia e poi si riuniranno per la celebrazione della Santa Messa. Almeno coloro che non saranno impegnati in attività operative o in altri tipi di servizi. In quel caso i festeggiamenti saranno rimandati perché in missione non ci si ferma mai e se il dovere chiama non ci si può sottrarre. In Libano, nel settore ovest della missione Unifil, dove si sono appena recate in visita il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, tra le basi di Shama e Al Mansouri, sono dislocati i militari italiani, per la maggior parte bersaglieri della Garibaldi, alla guida del generale Diodato Abagnara. Nella base “Millevoi” hanno allestito il presepe in una tenda campale orientata e disposta in asse verticale con Betlemme, distante solo 160 chilometri da Shama in linea d’aria, luogo della natività di Gesù di Nazareth, ed è preceduto da un percorso illustrativo storico-teologico ideato dal cappellano militare don Claudio Mancusi. Sperano almeno di riuscire a pranzare insieme, se i rispettivi lavori lo consentiranno. Il caporal maggiore scelto Marta Zingaro, originaria di Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno, ed il sergente maggiore Giuseppe Morici, entrambi in forza al reggimento cavalleggeri guide (19°), non sono dei normali colleghi. Sono marito e moglie e sono in missione in Libano insieme. Entrambi sono alla sesta missione all’estero. Si sono fidanzati nel 2008 e sposati nell’agosto del 2014. A sposarli è stato proprio don Claudio ed il destino ha voluto che lo incontrassero di nuovo a Shama. Per loro si tratta del secondo Natale trascorso in Libano in quanto, subito dopo il matrimonio, nell’ottobre del 2014, partirono per la missione e vi trascorsero le festività. “Dato che siamo qui insieme ci facciamo forza l’uno con l’altro – spiega Marta – Gli affetti sono lontani ma noi due siamo vicini e poi qui c’è la nostra seconda famiglia, quella dell’Esercito. Spero proprio che riusciremo a conciliare i nostri impegni e a condividere la cena della vigilia ed il pranzo di Natale”. “Sapere che qui c’è anche mia moglie mi dà forza e serenità – aggiunge Giuseppe – Questo mi consente di affrontare con più gioia queste giornate particolari”. Anche in Kosovo, dove alto è il numero dei campani dato che, dal 12 dicembre, la guida del Multinational Battle Group West è affidata all’8° reggimento artiglieria terrestre “Pasubio” di Persano comandato dal colonnello Gianfranco Di Marco, i soldati si riuniranno per la cena della vigilia ed il pranzo di Natale. Il 15 dicembre, presso la caserma di Persano è stata organizzata una festa con le famiglie ed in tale occasione è stata realizzato un collegamento in videoconferenza per lo scambio di saluti e di auguri. Nella base italiana di Belo Polje si cenerà con lasagna al salmone, ravioli al pomodoro, pollo alla diavola, gamberoni e lombatine di agnello. La Santa Messa sarà celebrata dal cappellano sloveno, padre Vito Muhic. Al termine della messa tutti a mensa per lo scambio di auguri con cioccolata calda, panettone, dolci tipici tradizionali e per un brindisi augurale. Il giorno di Natale la messa sarà celebrata invece dal cappellano italiano don Luca. Nel pomeriggio è stata organizzata una tombolata alla quale prenderanno parte militari italiani e stranieri. “Mi sono reso promotore dell’organizzazione della tombolata di Natale a cui tutti i contingenti potranno partecipare gratuitamente tentando la fortuna di vincere qualche gadget o buono per una consumazione – racconta il primo maresciallo Antonio Mura, originario di Albanella, provincia di Salerno, effettivo all’8° reggimento artiglieria terrestre Pasubio – Si tratta di una buona occasione per socializzare tra noi italiani e con gli stranieri presenti in base e per alleviare la malinconia che potrebbe insorgere per il Natale passato lontano da casa. Per me questa è la 14ª missione, ma nonostante tutta l’esperienza maturata in giro per il mondo, nei primi giorni qui in Kosovo ho avuto la sensazione come di trovarmi per la prima volta in un luogo nuovo. Avevo già avuto modo di conoscere questa terra perché sono stato qui esattamente 20 anni fa. E il ricordo del Kosovo del 13 giugno 1999, che ho ancora ben impresso nella mente, era quello di una terra martoriata dalla guerra e carente di tutto. Oggi mi trovo in un paese completamente diverso che pian piano si avvicina a standard a noi più familiari. L’ approssimarsi del giorno di Natale inoltre, un po’ mi rattrista, perché oltre a passare l’ennesima festività lontano da mia moglie e dalla mia famiglia, per la prima volta trascorro il Natale lontano dal mio piccolo ometto Gabriele che da poco ha compiuto 6 anni”. “Questa è la mia prima missione e per la prima volta trascorrerò le festività natalizie lontano da casa e dalla famiglia ma sono fiera di farlo per una giusta causa – aggiunge il caporal maggiore Roberta Vitagliano di San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino – Le attività operative non subiranno cambiamenti in questi giorni, e continueremo ad assicurare il nostro contributo alla stabilità. Certo, nei momenti liberi faremo in modo di vivere tutti insieme lo spirito del Natale anche grazie a delle piccole iniziative come la tombolata che crea aggregazione anche con i militari degli altri contingenti. Insomma, in questo periodo particolare delle festività natalizie, lontano dalle famiglie, riusciamo a darci supporto a vicenda per sentirci come a casa”. “Sono stato chiamato a svolgere svariate missioni di pace in diversi teatri operativi come Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Libano. Uno dei primi teatri operativi dove ho prestato servizio è stato proprio il Kosovo dove ho partecipato alle primissime fasi dell’ingresso, il 13 giugno del 1999, con il mio reparto – spiega il caporal maggiore capo scelto Pasquale Brenga di Altavilla Silentina, provincia di Salerno – La vita ed il paesaggio che ho ritrovato dopo quasi venti anni sono molto cambiati. Quartieri e piazze illuminate, centri commerciali, tanti ragazzi in uscita dalle scuole in fila per due, nuove costruzioni. Anche per noi militari le cose sono cambiate in meglio: ad esempio è più facile avere contatti con i propri cari in quanto la tecnologia ci consente di sentirci meno lontani attraverso internet e la possibilità di fare videochiamate che sono diventate un sollievo per chi lavora lontano da casa. Ben diverso era venti anni fa quando per chiamare casa si dovevano fare lunghe attese alle cabine telefoniche agganciate ai ponti radio e messe a disposizione per sentire i propri cari. Ricordo ancora che il tempo a disposizione di ciascuno era di tre minuti per telefonata, dopodiché la voce del centralinista inesorabilmente interrompeva dicendo: riagganciare tempo scaduto”. Il caporal maggiore scelto Giulio Porcaro, originario di Montesarchio, provincia di Benevento, è alla sua quinta missione. “Quando ho saputo di dover partire, questa volta non è stato come le altre – racconta – Sapevo di andare incontro a emozioni diverse poiché c’è una differenza rispetto alle altre missioni: sono padre di un bimbo di 3 anni e mezzo di nome Alfredo, che mi manca tantissimo, ma soprattutto diventerò padre per la seconda volta qui in teatro operativo. Mia moglie Luigia è alla 25^ settimana di gravidanza e lasciarla a casa con un bambino e un altro arrivo non è stato semplice. Devo ammettere però che ricevere le foto della morfologica in teatro e scoprire qui che avrò un altro maschietto è stato particolare sia per il modo sia perché stavolta l’ho condiviso con i miei colleghi. Spero di essere presente al momento della nascita di mio figlio se ne avrò l’opportunità. Se così non fosse sarei preparato, perché il mio lavoro comporta anche questo”.
In Iraq, ad Erbil, presso Camp Singara, sarà organizzato un cenone natalizio allietato dall’ascolto di un dj set tenuto da alcuni militari che si dilettano di musica. Seguirà la Santa Messa celebrata dal cappellano militare ungherese. Il giorno di Natale il personale che non ha potuto prendere parte alle celebrazioni religiose potrà seguire tenuta nella vicina base americana. Il generale Nicola Terzano, che guida il contingente italiano si recherà presso le diverse basi al fine di condividere il momento di festa con tutto il personale. In particolare si recherà presso il centro addestrativo di Atrush dove un team nazionale conduce l’addestramento delle forze di sicurezza locali. Successivamente, raggiungerà gli uomini e le donne della Task Force Praesidium che sono schierati a Mosul per garantire la protezione e la sicurezza del personale militare e civile, nazionale ed internazionale, che si occupa dei lavori di consolidamento e manutenzione della diga. Presso la base operativa della Task Force Praesidium si svolgerà la tradizionale veglia religiosa in occasione Natale. Al rito, officiato dal cappellano militare, prenderanno parte sia il personale appartenente alla Task Force sia il personale militare e civile del corpo ingegneri statunitense e le maestranze italiane della ditta Trevi impegnate nei lavori. A Baghdad, il personale della Police Task Force Iraq, composta da Carabinieri, condividerà con i militari della coalizione la Messa di Natale celebrata dal cappellano militare americano cattolico. Poi festeggeranno con il panettone. Momenti di condivisione ed aggregazione, tradizioni, rituali, emozioni: sono questi gli ingredienti che scaldano i cuori dei soldati italiani in missione in questi giorni di festa.
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