Una sfida chiave per il settore agricolo è nutrire una popolazione globale in aumento, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale e preservando le risorse naturali per le generazioni future.
L’agricoltura può avere impatti significativi sull’ambiente. Mentre gli impatti negativi sono gravi e possono includere l’inquinamento e il degrado del suolo, dell’acqua e dell’aria, l’agricoltura può anche avere un impatto positivo sull’ambiente, ad esempio intrappolando i gas serra all’interno delle colture e del suolo o attenuando i rischi di inondazione attraverso l’adozione di specifiche pratiche agricole.
Negli ultimi anni, ci sono stati alcuni segnali incoraggianti che il settore agricolo dei paesi UE è in grado di affrontare le sfide ambientali. In particolare, gli agricoltori di molti paesi dell’UE hanno migliorato l’uso e la gestione di nutrienti, pesticidi, energia e acqua, utilizzando meno di questi input per unità di terra. Gli agricoltori hanno anche compiuto buoni progressi nell’adozione di pratiche più favorevoli all’ambiente, come la lavorazione del terreno, l’utilizzo del letame, o il test dei nutrienti del suolo.
Nonostante questi miglioramenti, c’è ancora molto da fare, con un ruolo importante per i responsabili politici. I saldi di azoto sono in aumento in diversi paesi dell’UE, le popolazioni di fauna selvatica continuano a diminuire e il contributo del settore al consumo delle risorse idriche ed alla loro contaminazione è ancora elevato rispetto ad altri usi. Per affrontare questi problemi di vecchia data, sono necessari maggiori sforzi e cooperazione tra agricoltori, responsabili delle politiche e filiera agroalimentare.
Negli ultimi decenni la politica agricola dell’UE è notevolmente cambiata per aiutare gli agricoltori ad affrontare queste sfide e per rispondere all’evoluzione dei comportamenti e delle aspettative dei cittadini.
La nuova programmazione 2014-2020 è incentrata su un grande tema: la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli obiettivi generali non sono cambiati rispetto al 2007-2013: competitività, ambiente, zone rurali, mentre sei sono le priorità definite dal regolamento generale:
- innovazione nel settore agro-forestale;
- competitività;
- organizzazione delle filiere e gestione dei rischi;
- conservazione degli ecosistemi agro-forestali (biodiversità, acqua, suolo);
- uso efficiente delle risorse e riduzione dei cambiamenti climatici;
- sviluppo economico delle zone rurali e inclusione sociale.
La Politica di sviluppo rurale trova attuazione attraverso dei Programmi di azione (che in Italia sono realizzati su scala regionale). Tali Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) prevedono una serie diversificata di misure di incentivazione e sostegno per beneficiari sia pubblici che privati interessati ad intraprendere volontariamente investimenti e azioni di crescita e sviluppo sostenibile.
Nell’impianto della nuova politica di sviluppo rurale, sono diverse le misure che hanno un impatto diretto o indiretto sull’ambiente. Esse riguardano prevalentemente la Priorità 4 “preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura” e la Priorità 5 “incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale”.
Migliorare lo spazio rurale significa non solo applicare tecniche eco-compatibili, ma anche investire nella conservazione del territorio, conciliando tutto questo con la competitività delle aziende agricole.
Di particolare interesse sono, nella programmazione degli investimenti aziendali, le specifiche misure per investimenti dedicate alle imprese agricole, cioè la 4.1.1 – Sostegno a investimenti nelle aziende agricole e 4.1.2 – Investimenti per il ricambio generazionale nelle aziende agricole e l’inserimento di giovani agricoltori qualificati, i cui bandi sono stati pubblicati dalla Regione Campania in questo mese di settembre 2016.
In particolare, si premiano, in termini di punteggio, quelle aziende che si orientano nella scelta delle macchine ed attrezzature, verso l’acquisto prodotti che consentono il riutilizzo della sostanza organica, le tecniche di minima lavorazione e semina su sodo, la riduzione e il migliore utilizzo e distribuzione dei concimi e dei prodotti fitosanitari e la migliore gestione delle deiezioni zootecniche.
Questo potrà consentire un significativo impatto positivo sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, una sfida che, crediamo, gli agricoltori vecchi e nuovi della Provincia di Salerno vorranno cogliere.
Fonte: Dott.ssa Agr.ma Grazia Gentile – 30 aprile 2018
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