L’Italia ha perso da pochi giorni forse il più illuminato tra i suoi pensatori. Un uomo icona, essenza stessa della cultura italiana. Un’istituzione vera punto di riferimento per l’intero sistema culturale mondiale.
Umberto Eco, pur essendo figura di rilievo planetario, con all’attivo libri tradotti in decine e decine di lingue, trovò il tempo, qualche anno orsono, per dedicare ad Albanella una delle sue illustri “bustina di minerva”.
In verità per i cittadini Albanellesi non fu un bel leggere trattandosi di un esplicito atto di derisione. Oggetto della riflessione, assolutamente condivisibile di Eco, fu il progetto Megale Hellas, progetto del 2003 con all’epoca sindaco Josca.
Un vero e proprio atto di sottocultura, di reazionaria interpretazione bucolica, della Magna Graecia. Un progetto non solo errato dal punto di vista architettonico ed urbano ma assolutamente sbagliato dal punto di vista culturale.
Come dimenticare le numerose “sviste” progettuali che delinearono il progetto come un falso storico inconsapevole dettato dall’incapacità di conoscere, di approfondire, di studiare.
Un atto perpetrato da chi pensa che redigere un progetto di architettura e trasformazione urbana significhi rapportarsi con un foglio bianco e non con il mondo intero, con i cittadini, con il territorio.
A distanza di anni, quasi nell’intento di celebrare la dipartita dell’immenso semiologo, l’artefice dello stupefacente progetto viene richiamato al servizio dei cittadini Albanellesi.
Infatti con la determina n.27 del 25.02.2016, è stato annullato un precedente affidamento (in precedenza affidato all’ing Nunziante Marino det n.475/2015) per affidare, oggi, la direzione lavori all’arch. Antonio Parente per la somma di 19.979,91€.
Sarà lui a seguire i lavori di recupero della Casa Comunale, (progetto da 520.000,00€ approvato con delibera di giunta n.74 del 2012). Considerando che la Casa Comunale di Albanella è uno degli immobili di maggiore pregio che insistono sul territorio di Albanella forse si sarebbe potuto approfondire maggiormente il tema prima di operare scelte estemporanee.
Vedremo cosa succederà. Magari accadrà che da una casa comunale del ventennio si arriverà ad avere un’opera art nouveau.
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