articolo tratto da La Stampa- Dr. Filippo Alongi
La radioterapia della prostata è un trattamento radicale e curativo per il tumore della prostata. Rappresenta una scelta opzionale standard, in quanto alternativa alla chirurgia (prostatectomia radicale) in tutte le classi di rischio (basso, intermedio, alto) della neoplasia prostatica.
La radioterapia ha ampiamente dimostrato di ottenere risultati di controllo biochimico (cioè di remissione di PSA) e di sopravvivenza a 5 e a 10 anni totalmente sovrapponibili all’intervento chirurgico di prostatectomia radicale.
La radioterapia è una metodica indolore, dalla durata di pochi minuti e non invasiva in quanto le radiazioni attraverso il corpo e vengono dirette sulla prostata dove si concentrano con elevata precisione, evitando organi a rischio come il retto e la vescica.
Le nuove metodiche di radioterapia moderna hanno inoltre consentito di erogare dosi sempre maggiori, riducendo gradualmente il numero di sedute da 35-42 a 28-25 (moderato ipofrazionamento) con risultati non inferiori in termini di efficacia e di tollerabilità rispetto alla radioterapia convenzionale più lunga. È chiaro come la riduzione del numero di sedute renda l’opzione radioterapica logisticamente più comoda ed attrattiva per i pazienti e per i centri di radioterapia che possono ridurre drammaticamente i tempi di attesa.
Ma il passo ulteriore, l’ultima frontiera, è rappresentata dai trattamenti di radioterapia stereotassica in sole 5 sedute.
Studi recenti americani hanno infatti dimostrato con più di 7 anni di Follow up come la radioterapia accelerata in una o due settimane (5-8 frazioni tutti i giorni o giorni alterni) con metodiche di precisione (SBRT, IMRT, IGRT, etc) è in grado di garantire livelli di tollerabilità ottimali e risultati preliminari promettenti in quanto identici a quelli riportati per la radioterapia tradizionale e moderatamente ipofrazionata.
Questi risultati hanno spinto l’NCCN, istituto della rete sul cancro negli Stati Uniti, a sostenere tale procedura (chiamata radioterapia stereotassica ipofrazionata o SBRT) come potenziale opzione in pazienti selezionati, all’interno di rigorosi protocolli ed in centri dotati di esperienza e di tecnologia adeguata in termini di apparecchiature dedicate.
La precisione (stereotassica) nel trattamento in 5 sedute è infatti l’elemento cruciale su cui si fonda il successo della radioterapia in termini di guarigione e di qualità di vita successiva. Nella scelta della opzione, rispetto alla radioterapia tradizionale è inoltre rilevante il quadro urinario ed intestinale basale, le dimensioni ghiandolari e lo stadio (intracapsulare) pretrattamento del paziente.
Anche in Italia è possibile proporre da alcuni anni, nella rosa delle opzioni curative per il tumore localizzato della prostata, questo tipo di approccio in 5 sedute con tecniche stereotassiche (SBRT) che ovviamente necessita di valutazione specialistica del Radioterapista Oncologo all’interno di protocolli di studio specifici e di centri altamente qualificati.
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