Le ultime vicende di questi giorni a partire dalla protesta del 30 gennaio scorso contro la centrale a biomasse da impiantare in località Sorvella di Capaccio, impongono a noi tutti alcune riflessioni. Non siamo appassionati, ne animati nel ricercare ad ogni costo responsabilità o capi espiatori di una situazione tanto grave, quanto drammatica per lo sviluppo della nostra economia locale e regionale, quale la scelta perversa di costruire una centrale a biomassa, nel cuore pulsante della nostra economia.
Scellerata non solo per l’individuazione dell’area (Piana del Sele) e per i danni alla salute dell’essere umano ma soprattutto per il “marchio” che le nostre produzioni agricole assumeranno. Infatti a fronte delle nostre produzioni di eccellenze quali: Olio D.o.p. Colline Salernitane, Carciofo I.g.p. Paestum, Mozzarella di Bufala Campana, Vini riconosciuti in tutto il mondo e ortaggi in genere, potremo così pregiarci del marchio indegno che ne deriverà dall’inquinamento delle polveri sottili generate da un impianto camuffato Bio ma che in realtà svolgerà tutt’altra funzione in virtù del decreto ministeriale del 6 luglio 2012.
Ma questo è risaputo. Quello che invece non appare chiaro, è il silenzio di quanti potrebbero dire e fare e non dicono e non fanno, a partire dalle organizzazioni professionali agricole Cia, Coldiretti e Confagricoltura le quali si limitano al solo sfoggiare di bandiere. Occorre invece ricercare l’unità del mondo agricolo in una proposta che dica con chiarezza NO a politiche che devastano l’ambiente e che mortificano le imprese agricole, vanificando così sacrifici di intere generazioni dedicati all’affermazione del nostro agroalimentare nel mondo e per la competizione sui mercati. Occorre dunque fermare lo scempio con la partecipazione di tutti, non rimanere fermi e non affidando solo ad altri la risoluzione del problema.
Quindi occorre chiedere, invocare e pretendere che sia abrogato o modificato il decreto ministeriale del 6 luglio 2012 che consente di smaltire oltre alla vera Biomassa,( frazione biodegradabile dei prodotti e rifiuti di origine biologica…ecc.), rifiuti non assimilabili alla raccolta differenziata (quali rifiuti ospedalieri, pneumatici fuori uso, solventi, limatura e trucioli di materiali plastici, cuoio conciato, scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura contenenti cromo, plastica e gomma….ecc.).
Tutto ciò, si può invocare anche attraverso atti deliberativi di Consigli Comunali. In secondo luogo pretendere che la Regione Campania assolva ai suoi compiti e ruolo di Ente programmatore dello sviluppo e della tutela della Salute, attraverso un disegno di legge o indirizzi che disciplinino su tutto il territorio della nostra Regione impianti eco compatibili in armonia con le vocazioni economiche, sociali, paesaggistiche, culturali e turistiche del luogo e non la funzione di Ponzio Pilato poiché gli spazi lasciati dalle Istituzioni vengono occupati da forze malavitose e speculative.
Consiglio Direttivo S.A.P. Il Presidente Daniele Petrone
fonte: Comunicato stampa
Views: 0
