Capaccio. Sequestrata un’azienda agricola

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    La Capitaneria di Porto di Salerno, unitamente a personale delle Guardie Ambientali del WWF di Salerno, ha eseguito una importante attività finalizzata alla repressione di illeciti di natura ambientale in località Paestum del Comune di Capaccio, che ha portato al sequestro di una intera azienda agricola dedita all’allevamento bufalino ed estesa su di una superficie di circa 150 mila metri quadrati. La complessa attività, che si inserisce nell’ambito dell’intensificazione al contrasto della criminalità ambientale fortemente voluta dal Comando Generale della Guardia Costiera, è stata coordinata dal Comandante della Capitaneria di Porto di Salerno C.V. TROGU che ha coinvolto anche il reparto WWF di Salerno.

    L’azienda sottoposta a sequestro è dedita all’allevamento di centinaia di capi bufalini. I militari della Guardia Costiera e i funzionari del WWF hanno accertato che da anni tutti i reflui zootecnici prodotti dall’attività esercitata dell’azienda venivano illecitamente smaltiti sui terreni circostanti; veniva accertata, fra l’altro, la presenza di immense pozze di liquami di migliaia di metri quadri, dei veri e propri piccoli laghi alimentati da condotte che ivi recapitavano i reflui zootecnici liquidi direttamente dai paddock che ospitavano i bufali, e di accumuli di letame di decine di migliaia di metri quadrati movimentati con mezzi meccanici pesanti.

    Inoltre, i militari della Capitaneria di Porto, accertavano che veniva anche scaricato illecitamente il percolato prodotto dagli invasi che contenevano il mais ed il foraggio, e venivano smaltiti – anche incendiandoli – rifiuti speciali (inerti edili, materiale ferroso, carcasse di mezzi meccanici), finanche pericolosi come l’amianto. Anche le acque di lavaggio della sala mungitura, al cui interno venivano riscontrati numerosi flaconi contenenti sostanze acide e tossiche, dopo essere stati raccolti in una vasca imohoff sommersa venivano smaltiti illecitamente, con conseguente gravissimo danno per le matrici ambientali e l’ecosistema.

    La situazione di degrado ambientale descritta insiste su di un’area fra le più tutelate in Italia, a ridosso dei templi di Paestum, a poche centinaia di metri delle spiagge ove sfociano numerosi corsi d’acqua che scorrono tangenti ai terreni dell’azienda. Per questi motivi i militari della Guardia Costiera ed i funzionari del WWF, dopo una attività ispettiva che si è protratta dalle prime ore della mattina sino a tarda sera a causa della vastità dell’allevamento, hanno proceduto all’immediato sequestro dell’intera azienda agricola e dei 150 mila metri quadrati sulla quale insiste, contestando al suo titolare molteplici reati sanzionati sia dal Testo Unico dell’Ambiente che dal Testo Unico dei Beni Culturali e del Paesaggio.

    Al fine di non aggravare ulteriormente l’inquinamento in corso i militari della Capitaneria, sentito previamente il Pubblico Ministero di Turno della Procura di Salerno, hanno ingiunto al titolare della ditta di procedere sin dalle prossime ore allo smaltimento lecito degli ulteriori reflui prodotti. L’attività eseguita dalla Guardia Costiera di Salerno in collaborazione con il WWF ha determinato un importantissimo risultato per la lotta all’inquinamento del suolo, del sottosuolo e dei corsi d’acqua superficiali, sequestrando una delle più note ditte della zona che da tempo ha operato, indisturbata ed in piena vista, una illecita gestione dei rifiuti di varia natura su di un’area sconfinata, di cui è stata mortificata la bellezza ed il pregio storico-artistico.

    Sui fatti accertati adesso indaga la Procura della Repubblica di Salerno, mentre per le necessarie e complesse attività di recupero ambientale e di bonifica dei siti inquinati sarà immediatamente compulsato il Comune di Capaccio, competente per tali interventi. La Capitaneria di Porto di Salerno continuerà come di consueto la propria attività di contrasto al crimini ambientali ed all’inquinamento intervenendo, come di consueto, con incisività nei confronti delle attività e degli opifici che operano in spregio alle norme poste a tutela dell’ambiente e del paesaggio.

    fonte: Comunicato Stampa Capitaneria di Porto

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