Un componente presente nell’olio extravergine di oliva sembra avere un ruolo protettivo contro il cancro al seno. Lo studio verrà condotto per un anno dallo Houston Methodist Cancer Center
Si chiama idrossitirolo ed è uno dei componenti più importanti dell’olio di oliva. E grazie ai ricercatori probabilmente verrà sfruttato nella lotta contro il cancro al seno nelle donne in pre-menopausa.
La sostanza è stata recentemente esaminata al Houston Methodist Cancer Center (Stati Uniti) al fine di comprenderne l’eventuale effetto positivo sulla densità del seno in seguito a un anno di trattamento.
L’idea è di Tejal Patel, medico e oncologo dell’HMCC, in seguito a recenti ipotesi che trovavano un’associazione tra la densità del seno e il cancro. Lo studio, che inizierà a breve, intende quindi mostrare le potenzialità del componente dell’olio d’oliva nella riduzione della densità del seno.
Le recenti ricerche hanno avvalorato ciò che da sempre la medicina popolare sosteneva: l’olio extravergine di oliva è un eccellente protettivo della salute; può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione ed effetti correlati come l’ictus.
Per comprendere appieno le potenzialità della sostanza, il team di ricerca arruolerà 100 donne volontarie, di cui 50 in pre-menopausa e 50 in post-menopausa. A ognuna sono verranno forniti 25 milligrammi di idrossitirosolo in capsule da assumere quotidianamente per un anno. Le visite di controllo verranno eseguite ogni tre mesi. Il team ha scelto volontariamente di non adoperare alcun placebo.Con questo genere di ricerca si potranno così verificare eventuali cambiamenti nella densità del seno ed effetti avversi, qualora si presentassero.
Tuttavia è bene dire che l’idrossitirosolo è stato già studiato precedentemente sia negli esseri umani che nelle colture cellulari in laboratorio, e dai risultati era già emersa la sua incredibile proprietà antiossidante, giudicata come una delle più potenti finora conosciute. Sempre gli stessi studi avevano anche evidenziato la sua bassissima tossicità anche in dosi minime.
Lo studio ha dunque ottime potenzialità di diventare il precursore dello sviluppo di nuove medicine dall’azione preventiva e anticancerogena. Lo sapremo però tra un anno…
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