Capaccio. Dopo 269 giorni di carcere, torna in libertà Marta Santoro

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    Marta Santoro (foto a lato) torna in libertà. Dopo 269 giorni trascorsi tra carcere e “domiciliari”, l’ex comandante della Forestale di Foce Sele da ieri non è più agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Giungano. Il gip del tribunale di Salerno, Donatella Mancini, ha infatti accolto l’istanza di scarcerazione presentata dal collegio difensivo, costituito dai legali Antonio Zecca, Angela Nigro e Antonello Natale.

    «La nostra richiesta – spiega l’avvocato Nigro – si basava sul fatto che non vi erano più le esigenze che giustificassero le misure cautelari, come ad esempio, l’ipotesi di inquinamento probatorio. Il gip, nonostante il parere contrario del pm Maurizio Cardea, l’ha accolta. Una decisione che la Santoro ha vissuto con emozione e che è giunta dopo il recente conseguimento della laurea in Scienze dell’educazione e formazione con il massimo dei voti. In lei ora c’è la voglia di ricominciare una nuova vita».

    Resta invece ai domiciliari il marito, Antonio Petillo, ex comandante della Forestale di Capaccio capoluogo, nell’abitazione della madre a Salerno. I due coniugi avranno processi separati. La Santoro comparirà davanti ai giudici il 19 settembre. Nel corso dell’ultima udienza, tenutasi ad aprile, i legali avevano chiesto e ottenuto che i due procedimenti penali, che vedono coinvolta la Santoro per concussione tentata e consumata, fossero unificati. Il procedimento con rito abbreviato, è stato quindi accorpato a quello riguardante il lido “Nausica”, la cui udienza si è tenuta lo scorso 11 aprile davanti al gup Vincenzo Di Florio.

    Quest’ultimo procedimento fa seguito alla denuncia dei titolari dello stabilimento balneare (costituitosi parte civile) ai quali l’ex sottufficiale avrebbe chiesto somme di denaro in cambio di omissioni di controlli alla struttura. Sono circa una quindicina gli imprenditori dichiaratisi parte lesa sostenendo di aver versato somme alla Santoro o di aver ricevuto richieste da un minimo di 5000 euro fino a diverse decine di migliaia di euro.

    Tra le istanze di risarcimento anche quella del ministero delle Politiche agricole e forestali per il danno d’immagine arrecato. Concussione tentata e consumata i reati contestati nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Salerno dopo le denunce presentate dagli imprenditori. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno costituito elementi di prova nel corposo fascicolo della Procura, risultato di una complessa fase investigativa condotta con l’ausilio dei carabinieri, diretti dal colonnello Fabrizio Parrulli.

    II rito abbreviato …leggi dalla fonte.

    fonte:LaCittà – A.S.

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