Mentre nella quotidianità si tenta il suo depotenziamento, all’Ospedale di Eboli è stato eseguito un intervento all’avanguardia di chirurgia maxillo-facciale praticato dall’équipe dell’Unità operativa Maxillo-Facciale, diretta da Renato Josca.
L’Ospedale “Maria SS.Addolorata” di Eboli si pone ancora una volta all’avanguardia nella chirurgia maxillo-facciale. E’ stato eseguito dall’èquipe del dott. Renato Josca (foto al lato) un intervento rivoluzionario su un paziente privo di una parte dell’osso frontale e dell’orbita oculare sinistra. Le tragiche conseguenze di un violento scontro fra due opposte tifoserie, scoppiato undici anni fa in un’area di servizio del frusinate, avevano lasciato una traccia indelebile sul volto di A.D., un 36enne, casertano, venditore ambulante di abbigliamento, che si era fermato con il suo furgone sulla suddetta piazzola, di ritorno da un mercato tenuto a Roma.
Un corpo contundente scagliato con estrema violenza aveva provocato la perdita di una parte dell’osso frontale e dell’orbita oculare sinistra. Gli esiti della ferita avevano non solo compromesso l’estetica del volto ma anche determinato l’instaurarsi di una diplopia e cioè di una visione doppia.
Dopo il trauma A.D. ha girato tanti Ospedali sottoponendosi con insuccesso a numerosi interventi peregrinando da un reparto all’altro. Le sue condizioni sono rimaste evidenti per alcuni anni tanto da far venire meno la speranza di acquisire una espressione del volto normale. A questo punto la deformazione era stata accettata dall’uomo con rassegnata disperazione, ma il calvario è terminato all’Ospedale di Eboli che, grazie ad un intervento all’avanguardia praticato dall’équipe dell’Unità operativa Maxillo-Facciale, diretta da Renato Josca, gli ha risolto la grave deturpazione del volto.
L’applicazione assolutamente innovativa di una tecnica di ricostruzione del tessuto osseo destinato secondo gli standard tradizionali ad interventi sulle ossa lunghe ha capovolto una situazione che sembrava priva di soluzione. La parte dello scheletro della faccia mancante, infatti, è stata ricostruita con una matrice di osso omologo rimodellabile al calore come una plastilina in aggiunta a tessuti autologhi ricchi di cellule staminali preparati durante lo stesso intervento.
L’équipe operatoria del dott. Renato Josca all’esito di un intervento durato circa quattro ore ha ottenuto l’esatta ricostruzione di un volto che appariva definitivamente deturpato. Soddisfazione per i risultati della tecnica impiegata era visibile già dopo il lungo e complesso intervento, i cui elementi di novità sono stati consegnati al dibattito scientifico e certamente destinato ad aprire un nuovo orizzonte nel delicato settore della chirurgia maxillo-facciale che vede confermato il carattere di eccellenza del reparto dell’Ospedale ebolitano.
La Direzione strategica aziendale non può che apprezzare l’importante risultato raggiunto e rinnovare il suo disegno a sostenere questi poli specialistici vanto della Sanità pubblica in Campania.
“È una grande soddisfazione – afferma il direttore generale Antonio Squillante (foto al lato) – che anche in momenti così difficili per la Sanità campana la nostra Azienda riesca a dare comunque risposte ad altissimo livello ai cittadini affetti da
patologie di particolare gravità attraverso nuove e sofisticate tecnologie. Il mio ringraziamento va al dott. Josca e alla sua équipe che hanno realizzato questo importante e delicato intervento di alta chirurgia, a dimostrazione della volontà e della capacità dell’Azienda di fornire risposte concrete e di qualità ai bisogni di salute dei cittadini.”
Naturalmente questo intervento del Dott. Renato Iosca eseguito con successo sul paziente A.D., si aggiunge a tanti altri interventi eseguiti in altri reparti e da altri medici insieme alle loro equipe, eseguiti con eccezionali successi, dimostra come l’Ospedale di Eboli sia centrale per le funzioni che svolge e come sia punto di riferimento importante nella Piana del Sele, nonostante tutti i tentativi delle varie amministrazioni che si sono susseguite alla guida dell’ASL Salerno, dirette da Commissari, sub e sub dei sub commissari, che miravano al suo ridimensionamento, sopprimendo, accorpando, trasferendo reparti e non concedendo il personale medico ed infermieristico necessario al normale svolgimento delle loro funzioni, consentendo per contro l’utilizzo di personale in Alpi, asciando immaginare i costi sopportati, non fornendo le apparecchiature richieste, sperperando una marea di euro a fronte di servizi che se eseguiti normalmente e con i dovuti supporti potrebbero raggiungere altro che eccellenze.
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