L’agropolese Rossella Santosuosso è rimasta vittima per tre ore di un rapimento lampo avvenuto ieri in Libano.
Quattro giornalisti italiani e i caschi blu italiani della forza Unifil che li accompagnavano sono stati sequestrati per circa un’ora nel sud del Libano e rapinati dei cellulari e delle macchine fotografiche che avevano con loro. L’episodio, ha detto oggi all’ANSA il portavoce dell’Unifil, Andrea Tenenti, è avvenuto ieri nel villaggio di Aita al Shaab, a circa cinque chilometri dal confine con Israele, in un’area a predominanza Hezbollah, il movimento sciita filo-iraniano.
I quattro giornalisti sono Mario Rebeschini e Rossella Santosuosso, collaboratori del Resto del Carlino, e i loro colleghi Elisa Murgese e Gianfranco Salvatori, secondo quanto reso noto dal quotidiano bolognese. I quattro viaggiavano su due automezzi dell’Unifil quando sono stati bloccati e fatti scendere insieme ai militari dell’Onu che li accompagnavano da una trentina di persone apparentemente non armate che li hanno perquisiti e si sono impossessati del loro materiale.
Il gruppo è stato in seguito liberato grazie ad un intervento di uomini dell’esercito libanese, ma cellulari e macchine fotografiche non sono stati restituiti. “Si tratta di una violazione della libertà di movimento garantita dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu approvata al termine della guerra del 2006 con Israele”, ha sottolineato Andrea Tenenti. “Un’inchiesta è in corso – ha aggiunto il portavoce – per identificare i responsabili dell’episodio e ottenere la restituzione del materiale”.
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