Cade il segreto bancario! Il Fisco entra nei nostri conti correnti: Ser.p.i.co è ora attivo!

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    Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia

    40 milioni di conti correnti finiscono nei terminali dell’Agenzia delle Entrate.

    Alla fine la fatidica data è arrivata. Da molti dimenticato (la legge risale al dicembre dello scorso anno), è entrato in vigore il 31 ottobre il temuto art. 11 del “Decreto Salva Italia” (D.L. 6 dicembre 2011, n. 201), che permetterà all’Agenzia delle Entrate di acquisire in tempo reale nei propri terminali tutti i dati e le movimentazioni sui conti correnti dei contribuenti italiani.

    La norma, da molti contestata per presunti profili di incostituzionalità (privacy), obbliga banche e operatori finanziari a comunicare al Fisco non solo i dati dei conti correnti, ma le movimentazioni effettuate su di essi e gli investimenti sottoscritti (obbligazioni, fondi, titoli azionari, polizze ecc.) attualmente “coperti” dal segreto bancario. Fino a ieri, infatti, l’Agenzia delle Entrate era legittimata a chiedere all’istituto di credito “informazioni bancarie” solo nei confronti di quei contribuenti che fossero già sotto accertamento fiscale. Dal 31 ottobre, invece, l’invio delle informazioni avviene automaticamente per tutti i contribuenti italiani che hanno un conto corrente e effettuano operazioni con banche, uffici postali e qualsiasi istituto finanziario.

    L’obiettivo della norma introdotta dal Governo Monti lo scorso inverno, è quella di rendere possibile l’emersione dell’evasione fiscale – oggi stimata intorno ai 200 miliardi di euro – intrecciando i dati delle dichiarazioni dei redditi con le movimentazioni finanziarie effettuate dai contribuenti.

    A fare tutto ciò non è uno speciale “pool di agenti” del Fisco, ma un sistema informatico, SER.P.I.CO (acronimo di Servizi Per I Contribuenti), un software capace di scandagliare i conti correnti degli italiani, rilevando movimentazioni di denaro ed incrociando tali dati con quelli fiscali, immobiliari e mobiliari, alla ricerca “dell’anomalia”.

    Il cervellone elettronico – già da 5 anni a disposizione del Fisco che lo ha utilizzato per scovare e recuperare circa 10 miliardi di € di evasione – è in grado di effettuare in pochissimi secondi il lavoro che una decina di impiegati svolgerebbe in più giorni: il computer, composto da duemila server disseminati in 2 km² di uffici sotterranei della Sogei a Roma e da un mega server per il back up dei dati situato in un bunker inaccessibile in Abruzzo, è in grado di processare 22.200 informazioni al secondo, monitorando le ultime 5 dichiarazioni dei redditi del contribuente, le informazioni catastali, i dati della motorizzazione, le bollette, le polizze assicurative, i pagamenti effettuati per spese varie e qualsiasi altro dato tracciabile per cui il contribuente ha utilizzato il codice fiscale.

    Dal 31 ottobre, Serpico controlla non solo dichiarazioni dei redditi, utenze e operazioni effettuare col codice fiscale, ma anche estratti conti bancari, titoli azionari, investimenti, pagamenti elettronici e ogni tipo di transazione del contribuente.

    Basterà digitare un codice fiscale o una partita IVA, e in pochissimi secondi un agente del Fisco vedrà apparire sullo schermo del suo pc una valanga di dati riguardanti il contribuente: immobili di proprietà o posseduti a vario titolo, utenze intestate, conti correnti posseduti, movimenti bancari o postali effettuati (pagamenti, incassi, prelevamenti/versamenti di denaro), investimenti, polizze e veicoli intestati, acquisti effettuati on line, spese effettuate per acquistare, fittare o ristrutturare casa, spese effettuate per acquistare una cucina, un divano o un gioiello, spese per l’iscrizione dei figli alla scuola calcio o di danza, ecc. .

    All’operatore, per ottenere in un attimo queste notizie, sarà sufficiente muoversi col mouse sui comandi della schermata di Serpico, e il software ricercherà nei vari database (catasto, Enel, motorizzazione civile, banche, istituti finanziari, Inps, ecc.) le informazioni relative, fornendole in un paio di secondi: non appena l’incrocio dei dati produrrà un risultato anomalo, ad esempio un contribuente che risulti avere un tenore di vita (misurabile anche dal denaro presente su un conto corrente o dal possesso di un’auto) superiore a quella che avrebbe dovuto avere in base al patrimonio e al reddito dichiarati, Serpico “darà l’allarme” e l’agente del Fisco farà scattare l’accertamento fiscale. Proprio come nei vari CSI, Criminal Minds e legal movie americani (gli Usa utilizzano da anni un simile software).

    Resta da vedere, ora, se il nuovo sistema consentirà davvero di scovare gli evasori e se non sia un altro “strumento infernale” per tempestare di persecutori accertamenti fiscali poveri contribuenti, poi costretti a spiegare al Fisco l’origine legittima dei propri soldi!

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