Questione acqua, il Sindaco Capezzuto: “Abbiamo agito con responsabilità”

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    Sono passate 3 settimane dall’Ordinanza sindacale con la quale veniva prima vietato e poi, dopo appena 24h, nuovamente autorizzato l’uso dell’acqua potabile nel Centro di Albanella, ma le discussioni, sia tra la popolazione che tra le forze politiche, non sono affatto sopite.

    Il dibattito sulla contestata ordinanza è finito prepotentemente anche in Consiglio Comunale (e non poteva essere altrimenti, vista l’importanza della questione), seppur con un brevissimo “botta e risposta” tra maggioranza e opposizione.

    Ma ricapitoliamo brevemente i fatti.

    Venerdì 21 settembre giungeva negli uffici comunali una segnalazione dall’ASL circa la presenza nell’acqua erogata da una delle fontane pubbliche presenti nel centro cittadino (Piazza Marconi) di valori batteriologici fuori norma, accertati durante uno dei consueti periodici controlli. Ricevutane notizia il Comune si attivava per commissionare ulteriori esami chimici e batteriologici e al tempo stesso, “in via cautelativa e a tutela della salute pubblica”, provvedeva con l’Ordinanza n. 20 a vietare alla cittadinanza residente nel centro cittadino l’uso dell’acqua potabile per fini domestici, vietandone altresì l’uso per il lavaggio di alimenti e per cucinare cibi.

    La notizia cominciava in giornata a far capolino presso le famiglie di Albanella e in serata un gruppo di cittadini si presentava presso gli uffici della Polizia Municipale al fine di chiedere spiegazioni su quanto successo, oltre che per ottenere un chiarimento dal Sindaco, in quel momento assente. Il giorno successivo l’ente provvedeva a revocare il divieto, in seguito all’esito negativo di nuovi campionamenti (effettuati da un laboratorio d’analisi il 21 e il 22 settembre) che avevano accertato il contenimento nei limiti di legge dei parametri (dovuto, probabilmente, al procedimento di iperclorazione che l’ente aveva immediatamente predisposto dopo il risultato delle analisi dell’ASL).

    Il consigliere Cammarano

    Si giungeva così al Consiglio Comunale del 28 settembre e in conclusione dell’adunanza l’opposizione, per voce del consigliere dott. Adriano Cammarano, chiedeva all’amministrazione spiegazioni in merito ai fatti accaduti, lamentando contestualmente il mancato inserimento all’ordine del giorno di una specifica interrogazione sul tema depositata qualche giorno prima dalla minoranza. Il concitato dibattito in aula – sviluppatosi in seguito alle rimostranze del consigliere Cammarano sul mancato inserimento, e alimentato dalle proteste del pubblico presente che chiedeva conto della questione sollevata – si concludeva tuttavia in breve tempo dopo la chiosa del Sindaco (“Le cose che abbiamo scritto e fatto sono chiare. Come nel passato, si è fatto solo allarmismo! Non fa bene a nessuno. Su queste cose non voglio far polemiche”) e la concisa controbattuta di Cammarano (“l’ordinanza l’avete fatta voi, l’allarmismo l’avete fatto voi!“) che chiudevano di fatto il Consiglio Comunale. Se ne discuterà nella prossima adunanza, dove probabilmente l’interrogazione della minoranza troverà la sua formale risposta.

    Nel frattempo abbiamo provato a sentire il Sindaco Giuseppe Capezzuto su questa vicenda che ha, e a ragione, turbato gli animi dei cittadini di Albanella capoluogo in queste settimane.


    – Sindaco, la questione dell’ordinanza sul divieto di utilizzo dell’acqua è arrivata anche in Consiglio Comunale per iniziativa del consigliere Cammarano. È stata lamentata la scarsa sensibilità del Presidente del Consiglio Comunale per non aver inserito all’ordine del giorno del consiglio quella interrogazione su un tema così urgente e delicato. Non ritiene che la cosa possa suonare come volontà dell’amministrazione di non voler discutere della vicenda?

    Per carità! Nulla di più falso. Il Presidente del Consiglio Comunale Mazzarella ha operato correttamente, nel pieno rispetto della legge in base alla quale ci sono 20 giorni di tempo per convocare il Consiglio Comunale su richiesta di 1/5 dei consiglieri, previa istruttoria delle proposte di deliberazione da parte degli uffici. Viceversa ritengo scorretto che un consigliere comunale di minoranza, a fine Consiglio Comunale, coinvolgendo pochi sostenitori presenti in aula e per evidenti fini speculativi, accusi di insensibilità l’Amministrazione Comunale gettando discredito sul suo operato.

    – Avrebbe potuto comunque rispondere verbalmente e in tal modo rassicurare il pubblico presente in aula che reclamava chiarimenti…

    Proprio per il rispetto che nutro verso le istituzioni che rappresento ho sinteticamente chiarito la vicenda ribadendo che “i cittadini possono stare tranquilli” .

    Il Sindaco Capezzuto

    – Non ritiene che la vicenda abbia creato allarme tra la gente? C’è chi contesta che l’ente non abbia operato con responsabilità in questa situazione.

    L’ordinanza che ha vietato il consumo di acqua potabile è stata assunta a scopo cautelativo in via del tutto temporanea e solo per una parte del paese, ovvero limitatamente al tempo necessario ad acquisire le analisi tecniche di laboratorio, fornite in 24 ore. Come autorità sanitaria locale ho a cuore la salute dei cittadini, facciamo prevenzione e la “cautela” è assolutamente necessaria. E’ poco nobile fare politica speculativa di questo tipo. Contrariamente a quanto sostengono i consiglieri di opposizione, ritengo di aver agito con grande senso di responsabilità nel rispetto di tutti e sulla scorta della prassi consolidata che, in questo territorio, non ha mai creato allarmismi in assenza di strumentalizzazioni politiche. A solo titolo di esempio ricordo di aver adottata, da ultimo, identica ordinanza nello scorso mese di gennaio senza che nessun cittadino abbia criticato in alcun modo la prudenza e responsabilità con le quali l’amministrazione opera. Questo dimostra che l’allarmismo ed il presunto panico tra i cittadini sono dovuti a speculazioni politiche che sono tanto deprecabili quanto inopportune e destituite di ogni fondamento.

    – Alcuni hanno controbattuto che l’allarmismo sia stato creato proprio dal Comune con quell’ordinanza che vietava perfino l’uso dell’acqua per cucinare cibi. Chiunque si sarebbe obiettivamente allarmato, non crede?

    Abbiamo specificato nell’ordinanza che solo a scopo cautelativo era vietato l’uso dell’acqua anche in cucina. Credete che se ci fossero stati così gravi pericoli per la salute non avremmo provveduto a interrompere la distribuzione del servizio idrico a monte? Ci bastava premere un pulsante.

    – Nell’ordinanza si parlava di “divieto” con sanzioni pecuniarie per i trasgressori! Lei invece sembra quasi volerla farla passare come un semplice “invito” alla cittadinanza: il tono dell’ordinanza è stato ritenuto inquietante.

    Si tratta di formule di rito, usate nella prassi, come si evince da identiche ordinanze adottate negli scorsi anni e da ultimo, nel gennaio 2012, le quali nulla tolgono alla sostanza del problema: in tale materia, la sola possibilità che nell’acqua possano essere presenti sostanze dannose, induce responsabilmente a vietare l’utilizzo dell’acqua per consumo umano in attesa che vengano esclusi pericoli da parte dei tecnici abilitati ad effettuare più approfondite analisi chimiche. Nell’ordinanza infatti si dice che è possibile ma non certa la presenza di agenti dannosi. Nel dubbio ritengo che vietare il consumo dell’acqua anche in cucina ed in attesa di specifiche analisi, risponda ad un principio di prudenza e responsabilità che nulla ha a che vedere con toni inquietanti o allarmismi. Semmai posso essere accusato di eccessivo zelo! Ma questo a molti cittadini ha fatto piacere.

    – Quale sostanza è stata riscontrata nell’acqua tale da far scattare il divieto di utilizzo?

    L’Asl con un’adeguata frequenza provvede ad effettuare i prelievi presso 4 fontane del territorio comunale. Di questi 4 prelievi solo quello della fontana in via Marconi è risultato con la presenza di coliformi totali. Per questo motivo, come prevede la legge, sono scattate le misure cautelative con l’ordinanza Sindacale che ha vietato temporaneamente a solo scopo cautelativo il consumo di acqua potabile solo per una  parte del paese. Contemporaneamente è stata aumentata la clorazione nel serbatoio urbano, in poche ore è stato risolto il problema e, solo dopo successive analisi, è stata revocata l’ordinanza.

    Albanella, da anni afflitta da problemi di razionamento dell'acqua

    – È angosciante però sapere che per rendere potabile l’acqua occorra clorarla

    Sono i progressi della scienza. Avviene dovunque. Il cloro è un disinfettante, la clorazione dell’acqua è imposta dalla legge, entro determinati limiti minimi e massimi di quantitativi da immettere.

    – Chi garantisce i cittadini sulla qualità dell’acqua, prima e dopo questa vicenda?

    Il Comune di Albanella é approvvigionato di acqua potabile dalla ASIS. Queste acque viaggiando in grosse condutture, dai punti di captazioni arrivano in due differenti punti di consegna Comunali. Un primo punto di consegna è situato a Matinella e raggiunge il serbatoio Comunale di Accumulo di Cappasanta. Un secondo punto di consegna è situato in Albanella Capoluogo. In entrambi i serbatoi sono presenti cloratori ad impulso, necessari per procedere alla conservazione dei requisiti di potabilità delle acque. La clorazione è uno dei metodi di provata efficacia, utilizzato da tutti i Comuni. Appare evidente che occorre dotare l’acqua potabile di una protezione da attacchi batterici duratura, ovvero che duri il tempo necessario per percorrere le tubazioni che dai serbatoi conducono alle abitazioni. Quanto ai controlli, il Comune di Albanella provvede periodicamente a fare controlli chimico – batteriologici sulle acque. Parallelamente anche l’ASL provvede a fare dei controlli incrociati. Quando dai controlli si rilevano dei parametri fuori norma occorre far scattare delle misure a tutela della salute e procedere alla individuazione delle cause e l’adozione delle contromisure. Appare abbastanza ovvio che una prima misura di cautela, assunta in genere in questi casi, è la temporanea limitazione dell’uso dell’acqua potabile.

    L’amministrazione comunale risponde dunque alle accuse, dichiarando di aver operato “con responsabilità” sulla vicenda. Ma sulla questione vi sarà quasi certamente una ulteriore e ben più importante appendice nel prossimo Consiglio Comunale, quando verrà discussa l’interrogazione depositata dalla minoranza.

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