Morire in un dirupo, tra topi e monnezza, divorati vivi dalle mosche, dopo un volo di circa 5 metri giù per il precipizio. Era questa la sorte che spettava a due piccoli cuccioli, nati solo da qualche settimana e gettati con incredibile disumanità dal Ponte sul fiume Cosa, in località Fontana di Jacopo alle porte di San Nicola, contrada nel comune di Albanella.
Erano le 19.00 quando ci è toccato scoprire il piccolo scatolo finito nell’anfratto di 5 metri con all’interno quelle povere anime, increduli che ci potesse ancora essere in giro qualcuno capace di un gesto di simile malvagità: condannare due cuccioli indifesi alla morte più atroce, sfiniti dalla fame e dalle mosche!
Una scoperta avvenuta per puro caso, durante una passeggiata in bicicletta: la curiosità di sporgersi oltre il muretto che delimita il Ponte per vedere quanta monnezza i soliti inquinatori avessero gettato in uno dei consueti ricettacoli di rifiuti del territorio. E poi uno scatto di ulteriore curiosità, che ci spinge a scrutare meglio, sporgendoci ancora più oltre, fino a raggiungere con la visuale il punto più profondo della scarpata.
All’improvviso, nel buio del dirupo, in mezzo a rifiuti e sul fondo dello scolo delle acque, un’anima di colore scuro, poco meno di 20 cm, che si dibatte tra le erbacce, muovendosi tra uno scatolo riverso – utilizzato come un rifugio – e la fitta vegetazione, intento a ribellarsi contro il milione di mosche che lo circondano e che hanno utilizzato il suo corpicino per deporvi le proprie larve. Inizialmente sembrava un topo, un’erronea percezione dovuta alla difficoltà di discernere la bestiola, li giù in quel precipizio. Ma poi un guaito inconfondibile giunge dal profondo di quel canale: ormai non ci sono più dubbi, è un povero cuccioletto. Questa volta il cucciolo è uscito dalla “savana” di rifiuti ed erbacce, e con la testolina rivolta verso l’alto continua a guaire, come a cercare qualcuno che lo possa tirare fuori da quell’impiccio e riconsegnarlo alla mamma. Ma scendere in quel dirupo è un “suicidio” senza un vestiario adeguato e soprattutto un aiuto. Ritorno indietro a cercare aiuto e infilarmi l’abbigliamento adatto. Qualche chilometro più in là incrocio amici, autorità e assessori, notiziandoli del fatto: c’è l’inaugurazione del nuovo tratto della S.P. 11 in Iscalonga, sono tutti lì per il taglio del nastro.
Ritornato sul Ponte, immediatamente dopo giungono i “rinforzi”. Accorrono l’assessore all’Ambiente Verlotta, un operaio e Gerardo Picilli: quest’ultimo ha a tracolla ancora la telecamera utilizzata per riprendere l’inaugurazione, appena terminata, della S.P. 11. Decide di riprendere tutto , affinche tutti possano comprendere dove può arrivare la perfidia dell’uomo. Giungono sul posto anche altri amici di passaggio, attirati dalla nostra presenza ai bordi del Ponte. L’eroe-operaio (che vuole restare anonimo), si cala giù dal ponte per percorrere i metri che ci distanziano da quella povera bestiola. La scarpinata non è agevole, ci si muove tra rifiuti e punti d’appoggio molto instabili. L’operaio si getta con coraggio in fondo alla scarpata. E’ lui a recuperare le bestiole. I cuccioletti in realtà sono due: uno era rimasto sino alla fine timidamente in quella casetta improvvisata di cartone. Sembrano due maschietti. Sono in buone condizioni, ma sono piccoli, probabilmente sottratti all’amore della propria mamma prima della fine dello svezzamento. Sono pieni di larve di mosche: “l’invasione parassita” era iniziata, di lì a qualche ora le larve si sarebbero fatte largo tra la cute di quelle povere anime indifese e li avrebbero divorati vivi! Ma abbiamo fatto in tempo: i cuccioli non hanno ferite e riusciamo a ripulirli dai parassiti con un disinfettante e dei fazzoletti. Avranno bisogno di altre piccole cure, ma quello che conta è che sono salvi. Trascorreranno la notte presso un negozio di animali in località Rettifilo di Capaccio, dove saranno accuditi fino a lunedì. Poi bisognerà trovare loro una famiglia, più umana delle bestie che li hanno, senza alcun rispetto per la vita, abbandonati a morte certa.
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IL VIDEO
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I cuccioli ora hanno una casa e sono stati amorevolmente adottati da Giancarmine Verlotta
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