Incompatibile!
E’ questa la clamorosa contestazione che il Consiglio Comunale, convocato presso Palazzo Spinelli alle ore 19.30 di lunedì 16 luglio, si appresta a proporre nei confronti del consigliere comunale Renato Iosca: per aver intentato causa contro il Comune di Albanella rischierebbe l’esclusione da consigliere “per incompatibilità”!
Il motivo di incompatibilità contestato, da notizie raccolte, risiederebbe nel ricorso al TAR del 31 maggio scorso, presentato, tra gli altri proprietari, anche da Iosca (attuale consigliere comunale di minoranza) per impugnare un’ordinanza di demolizione emanata dagli uffici comunali e che riguarderebbe un manufatto dell’azienda agricola di famiglia.
La vicenda trarrebbe origine, infatti, dalla ristrutturazione di una vecchia azienda agricola, avviata già da qualche anno dal noto chirurgo con la passione della natura e degli animali: ma per gli uffici comunali un recente manufatto costruito nell’azienda del dottore non rispetterebbe alcuni requisiti (il condizionale è doveroso essendoci un contenzioso in atto che chiarirà definitivamente i fatti). Di qui l’ordine di demolizione del manufatto e di ripristino dello stato dei luoghi, emesso con ordinanza n. 4 del 26 marzo scorso dal Comune di Albanella e avverso il quale gli interessati – Iosca, Maiuri e Rufino – hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo di Salerno per richiederne l’annullamento, contestandone evidentemente la legittimità. Un atto giudiziario avviato che tuttavia, secondo gli uffici competenti, configurerebbe l’ipotesi della “lite pendente contro il Comune” e, dunque, una causa d’incompatibilità come consigliere comunale, secondo quanto disposto dall’art. 63 del Testo Unico sugli Enti Locali (“Non può ricoprire la carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale…colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo, con il comune”).
Immediata è scattata la procedura d’incompatibilità, attivata dal Consiglio Comunale sulla base di quanto previsto dalla citata legge (art. 69 D.Lgs. 267/2000: “Quando… esista al momento della elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità previste dal presente capo il consiglio di cui l’interessato fa parte gliela contesta”). Un atto che a leggere le norme in questione sembrerebbe dovuto (“d’ufficio”), da parte del Consiglio Comunale. Ma lunedì si saprà di più.
Una pesante contestazione che ha già fatto sobbalzare qualcuno dalle pagine di Facebook: “La maggioranza vuole espellere l’ex sindaco dal consiglio comunale” si legge in un post pubblicato sulla bacheca del dottore, Renato Iosca. Ovvero il protagonista indiscusso di questi ultimi 17 anni di politica Albanellese, sindaco dal 1995 al 2004, quando gli succedette il suo “delfino”, Giuseppe Capezzuto, che all’indomani della vittoria elettorale – guadagnata anche grazie all’appoggio politico del dottore, impegnato contemporaneamente nella campagna elettorale provinciale – lo volle con sé come vice sindaco. Il matrimonio durò per circa due anni. Nel 2006, dopo chiacchierati ma smentiti screzi fra i due, il divorzio: l’ex delfino, sindaco, revocò la vicesindacatura a Iosca, all’epoca anche consigliere provinciale. Per Iosca era un “colpo basso” (si racconta che la revoca sarebbe maturata quando il dottore era in rappresentanza politica in USA per il Columbus Day del 12 ottobre); per Capezzuto un semplice avvicendamento, un “rimpasto già concordato prima delle elezioni”; per alcuni navigati strateghi della politica albanellese, invece, solo schermaglie tra due leader in lotta per il dominio politico sul territorio. Sta di fatto che l’autunno del 2006 consegna la definitiva ed improvvisa rottura tra i due, poi acerrimi rivali politici nelle elezioni amministrative del 2009, attese da tutti come una sorta di redde rationem.
Ora, a due anni dalle prossime elezioni amministrative che dovrebbero rivederlo – a meno di ripensamenti – di nuovo protagonista della scena politica, il noto chirurgo rischierebbe di dire “addio” anticipatamente a quest’ultima consigliatura, che stava onorando in consiglio comunale con irremovibili contrapposizioni alla maggioranza di governo.
Cosa accadrà dopo la contestazione del Consiglio Comunale?
Secondo le procedure cristallizzate nelle leggi che regolano le questioni d’incompatibilità, Iosca avrà 10 giorni di tempo per formulare le proprie osservazioni oppure potrà optare per la rinuncia alla lite pendente presso il TAR, di fatto rimuovendo immediatamente l’incompatibilità contestata.
Entro i successivi 10 giorni il Consiglio Comunale delibererà poi definitivamente sulle osservazioni del consigliere comunale e, ove dovesse ritenere ancora sussistente la causa d’incompatibilità, inviterà l’amministratore a rimuoverla. Qualora il consigliere non vi provveda entro gli altri successivi 10 giorni, il consiglio comunale, appositamente convocato, lo dichiarerà decaduto, procedendo alla surroga e nominando al suo posto il primo dei non eletti nella lista elettorale del consigliere decaduto.
Possibili scenari, tutti dipendenti da cosa farà il dr. Iosca. Quello che è fuor di dubbio è che s’annuncia un’estate infuocata per i protagonisti di questa vicenda che porterà con sé inevitabili risvolti politici.
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