Tremano nel consorzio di bacino Salerno/2: 154 persone sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini in seguito ad una complessa attività di investigazione condotta dai carabinieri della compagnia di Salerno, agli ordini del capitano Enrico Calandro. Le ipotesi di reato, si legge in una nota della procura della Repubblica di Salerno, coordinata da Franco Roberti, sono di associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica.
Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Salerno, sono partite oltre un anno e mezzo fa in seguito ad una denuncia presentata dal commissario liquidatore del consorzio di bacino Salerno 2, circa presunte irregolarità nella gestione del consorzio stesso. Gli investigatori, attraverso l’acquisizione di documenti e tramite lo svolgimento di approfonditi accertamenti, riferisce la procura, hanno riscontrato diversi illeciti che sarebbero stati commessi dal 2007 al 2010 nella gestione del consorzio, che comprende quaranta comuni della provincia di Salerno ed ha competenze nell’attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Gli indagati – si legge nella nota del procuratore Franco Roberti – sono il presidente, il direttore, dirigenti, funzionari e dipendenti del consorzio di bacino Salerno 2, oltre a due titolari di distributori di carburanti della provincia di Napoli. Undici di loro sono ritenuti promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica mentre gli altri sono indagati, a vario titolo, per truffa ai danni dello stato, peculato e falsità ideologica.
Nel dettaglio avrebbero autorizzato, per sé medesimi e per altri dipendenti, il pagamento di ore di straordinario mai effettuate; avrebbero utilizzato e consentito ai dipendenti di utilizzare a scopi personali le “carte carburante”, le Viacard e i Telepass del consorzio; avrebbero attestato falsamente il rifornimento di carburante tramite le “carte carburante” del consorzio, liquidando indebitamente ai due distributori della provincia di Napoli il relativo importo; avrebbero concesso ai dipendenti, senza alcuna autorizzazione, prestiti con addebito sul conto corrente bancario del consorzio; avrebbero rilasciato ai dipendenti buste paga e dichiarazioni attestanti redditi non veritieri, superiori a quelli effettivi, allo scopo di permettere agli stessi di percepire finanziamenti da società finanziarie. I danni per le casse del consorzio ammonterebbero a circa due milioni di Euro.
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