Matinella, ancora all’opera la “banda del tamponamento”: automobilista sfugge al tentativo di rapina

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    La S.P. 316 fra Fravita e Sorvella sul tratto in cui è avvenuto l'ultimo tentativo di rapina.

    Furti, rapine, tamponamenti, inseguimenti, aggressioni: sembrano scene di un film, ma sono il resoconto degli ultimi mesi nei paesi dell’entroterra della Piana del Sele, presa di mira da una microcriminalità sempre meno “micro”.

    A “corredo” di queste giornate, ancora un tentativo di rapina, questa volta in località Fravita-Sorvella, contrade tra Matinella e Capaccio.

    Vittima dei criminali, nel pomeriggio di martedì 27 marzo, un altro automobilista. La dinamica è più o meno simile, con agguati in stile “piratesco”: un’auto che precede, avvista il veicolo della vittima di turno che si avvicina da dietro, rallenta improvvisamente e costringe l’auto che sopravviene a superarla. Ma poi l’auto incriminata con delle manovre (taglio della strada, tamponamenti) costringe il veicolo del malcapitato a fermarsi. Una volta fermi ecco la rapina.

    E così doveva forse accadere anche ieri, se tutto fosse filato liscio nel piano criminale.

    Sono circa le 14 di un pomeriggio di sole. Un’automobilista si sta recando a Capaccio attraversando la S.P. 316 che collega Matinella a Capaccio: è un trafficato snodo viario interno! Giunto nel tratto di strada tra Fravita e Sorvella scorge un’auto che procede lentamente quasi al limite del margine stradale: si accinge a sorpassarla, come chiunque avrebbe fatto. Ma nell’atto del sorpasso l’auto dei criminali sterza improvvisamente sulla sinistra, colpendo, seppure lievemente, l’auto in fase di sorpasso: sono due i brutti ceffi a bordo di quest’auto che il malcapitato riesce a distinguere. L’automobilista, infatti, insospettitosi, non si ferma e continua la sua corsa, nonostante l’urto. L’auto dei criminali comincia ad inseguirlo, a lampeggiarlo e a suonarlo con il clacson. Ma il nostro amico, sempre più conscio della trappola in cui sta cadendo, accelera e semina l’auto dei criminali che, dopo un pò, cessano di inseguirlo. La notizia corre di bocca in bocca in paese. Il mattino dopo inizia su Facebook il tam tam degli utenti locali con avvisi che mettono in guardia cittadini e automobilisti.

    D’altra parte non è il primo di questi incresciosi avvenimenti, dietro ai quali pare vi siano vere e proprie bande organizzate che operano con la collaudata “tecnica” del tamponamento/taglio della strada, molto diffusa purtroppo.

    Tempo fa, infatti, un servizio della nota trasmissione “Le Iene” rese pubblica questa pericolosa pratica di rapina o di truffa in Italia: ti urtano o fanno finta di urtarti e ti chiedono l’assicurazione per il risarcimento dei danni, trattando poi il sinistro in cambio di qualche centinaio di euro (nel caso migliore); oppure ti derubano, come pare stia accadendo dalle nostre parti.

    Sta di fatto che tali episodi diventano ora di una frequenza allarmante, alimentando una comprensibile fobia in cittadini ed utenti della strada. Quello di ieri è il terzo episodio che si conosce, dopo la rapina di qualche giorno fa ai danni di una donna, derubata e malmenata, e un tentativo di rapina – di cui ha dato notizia un quotidiano locale – andato fortunatamente a vuoto.

    Un ennesimo fatto di violenza che va dunque ad aggiungersi ai tanti episodi che si sono registrati in questi mesi in cui intere cittadine sono finite nella morsa di una criminalità sempre più dilagante, con veri resoconti di “guerra” di cui stanno dando ampio risalto quotidianamente le pagine di cronaca dei vari media locali. Strade di campagna, centri urbani, aziende agricole, case ed appartamenti, sembrano sempre più terreno privilegiato di una criminalità che impavida sfida ogni “logica del crimine”, azzardandosi a delinquere anche nelle ore diurne o in aree trafficate. Inseguimenti, appostamenti, rapine, furti di benzina, svaligiamenti: una escalation con scarsa deterrenza, purtroppo, e che finisce quasi sempre impunita.

    Ma gli ultimi giorni dell’inverno Albanellese hanno catalizzato l’attenzione anche per altri avvenimenti che hanno fatto da corollario all’ultimo episodio.

    La settimana passata, infatti, si resoconta di altri colpi che sarebbero stati messi a segno a Matinella, in località Tempone Giampietro: oggetto dell’attenzione dei ladri delle abitazioni di recente fabbricazione.

    Uno scorcio del centro urbano di Matinella

    Giorni prima, poi, la notizia dell’avvelenamento di alcuni cani in contrada Fravita. Terribile sorpresa per molti proprietari degli amici a quattro zampe quando l’indomani hanno ritrovato esanimi i propri cani sull’uscio di casa o nei recinti. Una strage (si parla di mezza dozzina di povere bestiole) organizzata per quali motivi? Il timore di alcuni proprietari è che una banda di ladri abbia potuto eliminare la scomoda presenza degli “impicciosi” guardiani, che avrebbero potuto attirare l’attenzione e mandare all’aria eventuali piani furtivi in zona.

    La tensione corre anche in rete: su Facebook qualche giorno fa circolava un inquietante avviso, non si sa quanto attendibile, che metteva in guardia i cittadini dal percorrere una precisa strada di campagna per la presenza di un gruppo di stranieri che si apposterebbe ai margini della strada, a piedi o in auto, in attesa di una facile vittima (un guidatore solitario) per tendergli un agguato e rapinarlo. Psicosi collettiva o testimonianze reali?

    E’ una sfiancante ansia quella che accompagna le nottate di intere comunità del comprensorio: cittadini stremati e spazientiti che con sindaci e politici a gran voce richiedono dai giornali il potenziamento della vigilanza. Dall’altra parte, l’impegno degli operatori della sicurezza, messi in difficoltà dai continui tagli alla spesa pubblica e che cercano di fare il possibile per garantire la sicurezza dei cittadini, anche con turni massacranti, per coprire adeguatamente un territorio così vasto con le poche pattuglie e il personale a disposizione.

    Ed in questo sconquasso, originato da una crisi economica che come un cancro si estende nel tentativo di appropriarsi di ogni spazio vitale, è facile che ci sguazzi impunita la delinquenza: bande di microcriminali italiane e straniere, più o meno attrezzate o più o meno improvvisate? Cellule della delinquenza locale o squadracce provenienti da altri luoghi? Professionisti del crimine “al lavoro” in questi mesi nei nostri paesi o gente disperata che, vittime di questa crisi affamante, si trasformano nei carnefici di altri poveri Cristi, dandosi al crimine per pochi euro e per la sopravvivenza?

    Probabilmente c’è un pò di tutto in questi difficili mesi.

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