Il Governo Monti taglia 674 Uffici di Giudice di Pace sugli attuali 846 esistenti in Italia. Soppressi anche gli Uffici di Giudice di Pace di Roccadaspide, Capaccio, Agropoli ed Eboli.
Presentato in Parlamento lo schema di Decreto Legislativo che in attuazione della Legge 148/2011 (manovra bis) riordinerà la distribuzione degli uffici giudiziari in Italia.
Il provvedimento, trasmesso ora alle Camere per il parere, è un autentico tsunami sugli uffici giudiziari italiani, sopprimendo gran parte degli uffici di Giudice di Pace. Particolarmente spietata la mannaia del Governo nel distretto salernitano, dove vengono cancellati quasi tutti gli uffici territoriali, assegnando la competenza di una vastissima area con oltre un milione di abitanti, ai soli 4 Uffici di Giudice di Pace “sopravvissuti” (Salerno, Nocera Inferiore, Sala Consilina e Vallo della Lucania): tagliati i “piccoli” uffici giudiziari di Roccadaspide, Capaccio, Eboli, Agropoli, ma anche di Amalfi, Buccino, Cava de’ Tirreni, Laviano, Mercato San Severino, Montecorvino Rovella, Pisciotta, Polla, San Cipriano Picentino, Sant’Angelo a Fasanella, Sapri e Sarno. Una ecatombe!
La decisione sta suscitando polemiche e proteste: Sindaci e comunità in fibrillazione per la soppressione di questi piccoli uffici giudiziari intorno ai quali avevano costruito anche un non indifferente indotto economico. Sul piede di guerra gli Avvocati, ora costretti insieme ai cittadini, bisognosi di tutela giudiziaria, a sobbarcarsi i costi e i disagi per accedere ai tribunali delle città, con la conseguenza – neanche “valutata” dal Governo – di andare ad ingolfare un sistema giudiziario già congestionato da migliaia di procedimenti inevasi per mancanza di personale e giudici!
Il timore che si palesa in queste ore è che un mare di procedimenti giudiziari pendenti attualmente innanzi i Giudici di Pace che saranno soppressi, rimarranno sospesi per chissà quanto tempo, almeno fino a quando non si porterà a regime la riforma con l’accorpamento di uffici giudiziari e giudici. Quel che è certo al momento è dunque il rischio più che concreto per molte cause di veder allontanarsi irrimediabilmente il giorno della loro conclusione.
Eppure la Legge 148/2011 non parlava di soppressione degli Uffici di Giudice di Pace minori, limitandosi a specificare la necessità di “ridefinire l’assetto e le competenze territoriali degli uffici giudiziari” (art. 1 comma 2 lettera b), soprattutto quelli di primo grado delle grandi aree metropolitane (quelli con le maggiori defaillance in termini di efficienza e produttività).
I tagli previsti dal Governo Monti, invece, andranno a toccare una categoria di uffici giudiziari (Giudici di Pace) che in molti casi funzionava sufficientemente e forniva performance discrete, garantendo ai cittadini giustizia in termini piuttosto rapidi.
Il Decreto con ogni probabilità verrà approvato senza revisioni ed è dunque certa la soppressione degli uffici dei Giudici di Pace inseriti nella tabella dei tagli. Nella determinazione degli uffici da sopprimere hanno pesato infatti due criteri utilizzati dal Governo: la “domanda di giustizia” registrata nei tribunali (568 procedimenti annui, il parametro utilizzato come soglia minima pro-capite per giudice) e il bacino territoriale di utenza (popolazione di almeno 100 mila abitanti). È chiaro che con questi discutibili parametri la soppressione non poteva che riguardare gli uffici di Giudice di Pace dei piccoli comprensori territoriali, molti dei quali hanno un numero di procedimenti annui inferiore ai 600 complessivi e che mai potrebbero averlo, visto il dimensionamento degli ambiti territoriali in cui operano e la competenza materiale limitata che il Giudice di Pace ha nelle controversie.
Poche speranze nutrono anche i Comuni interessati dai tagli, al lavoro in queste ore per studiare clamorose iniziative. Come il Comune di Roccadaspide la cui amministrazione guidata dal sindaco Girolamo Auricchio, sfruttando una disposizione della Legge delega 148/2011 – che prevede la possibilità per i comuni di consorziarsi fra di loro e di poter ottenere il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace facendosi carico integralmente delle spese di funzionamento ed erogazione del servizio giustizia – lancia ai comuni del comprensorio l’idea di una “convenzione consortile” con autogestione economica ed amministrativa “al fine di garantire il mantenimento del presidio giudiziario di Roccadaspide”. In pratica la proposta è che tutti i Comuni del comprensorio (Albanella, Altavilla Silentina, Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Castel San Lorenzo, Corleto Monforte, Controne, Felitto, Ottati, Postiglione, Roscigno, Sant’Angelo a Fasanella, Serre e Sicignano degli Alburni) si consorzino fra di loro, sobbarcandosi, pro quota, le spese e gli oneri per il funzionamento e la gestione dell’Ufficio di Giudice di Pace di Roccadaspide (i comuni, per legge, dovranno non solo sopportare le spese di gestione, ma anche mettere a disposizione il personale amministrativo occorrente per il funzionamento dell’Ufficio giudiziario): una prima esemplare dimostrazione di federalismo territoriale. Se ne discuterà in un’assemblea plenaria intercomunale il 18 gennaio alle ore 18 presso l’aula consiliare del Comune di Roccadaspide.
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