Omicidio Tomasino-Lamberti. Studiato al Circoletto, al marocchino 500€ di ricompensa

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    Armando Tomasino e Maria Francesca Lamberti

    Emergono sempre maggiori indiscrezioni sul duplice omicidio avvenuto nel pomeriggio del 2 gennaio scorso e che ha visto l’assassinio di Armando Tomasino, 56 anni e Maria Francesca Lamberti, 51 anni, entrambi residenti ad Albanella e trucidati a colpi di coltello. Dapprima le voci di una rapina andata male, poi la pista sentimentale (forse qualche “sgarbo” di Tomasino, si ipotizzava): un’ipotesi dietro l’altra, inizialmente, anche perchè da tempo Tomasino e la Lamberti non vivevano più insieme (seppure avevano in piedi ancora qualche affare) e la circostanza aveva aperto pure questi scenari.

    Ma nelle ultime ore sta emergendo la verità. Nessun delitto passionale, nessuna vendetta per uno “sgarro”, se non un modo assurdo e cruento di porre fine alla società di fatto messa su con “4 parole” e una stretta di mano dai (forse) quattro soggetti protagonisti di questa sanguinosa vicenda: Tomasino, Lamberti ed i due killer (per ora due) Marsico ed Halimi.

    Mario Ciro Marsico ed Halimi Radouane

    I quattro “soci” avevano infatti creato una stretta collaborazione nel campo della raccolta del ferro, con compiti ben suddivisi e delineati: Tomasino e la Lamberti fornivano materialmente mezzi e depositi, Halimi e Marsico si occupavano invece della gestione degli automezzi (rifornimenti e assicurazione) e della raccolta dei rottami ferrosi “porta a porta”, che poi una volta ripuliti sarebbero stati rivenduti. Una società che ha avuto vita breve, fino a quando, prima di Natale, un litigio avrebbe acceso nella mente di Marsico il pensiero di “dare una lezione” a Tomasino. Questioni di soldi, forse. Si parla di 7.000,00€ non corrisposti.

    A far luce e dare maggiori indiscrezioni sulla vicenda è il marocchino Halimi Radouane, 24 anni (difeso dall’Avv. Gerardo Cembalo), costituitosi il mattino seguente al fattaccio: è Halimi che ha condotto gli inquirenti fino alla porta di casa del Marsico, 44 anni (dichiaratosi da subito innocente e difeso dall’Avv. Vincenzo De Luca). Il marocchino ha raccontato che il giorno 26 dicembre avrebbe avuto un appuntamento con il Marsico al circolo San Nicola, nell’omonima frazione di Albanella. Il Marsico avrebbe quivi condiviso con Halimi il criminale piano: l’intenzione di “eliminare” Tomasino, corrispondendo al marocchino una ricompensa di 500 € per fare da “palo“. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare redatta dai sostituti procuratori Chiara Minerva e Rosa Volpe, Halimi accetta “l’ingaggio” e, stabilito giorno e ora della mattanza, ci si accorda che non vi sarebbero dovuti essere più contatti. Nel piano non si fa riferimento alla Lamberti.

    Il giorno dell’agguato (nel tardo pomeriggio) Halimi si presenta come da piano presso l’abitazione-deposito di Tomasino per sincerarsi della sua presenza. Lo fa con una scusa banale, ma alla fine si trova a dover “dividere” la Lamberti e il Tomasino, impegnati in un litigio.

    Scena del crimine

    Quando sull’imbrunire sopraggiunge l’auto di Marsico, a luci spente e con a bordo altri individui (forse 2, ora ancora ricercati) Halimi (che intanto si era allontanato e nascosto tra alcuni cespugli) da l’ok: l’assassino (o gli assassini) prima “elimina” la povera Lamberti e poi rivolge la propria furia omicida su Tomasino. Alla vista di lame e sangue, Halimi (sempre secondo la versione fornita agli inquirenti) si sarebbe impaurito e avrebbe deciso di abbandonare repentinamente la zona.

    A terra, in una pozza di sangue, verranno rinvenuti più tardi (circa le ore 20,00) dal figlio della donna, Armando Tomasino, giacente morto nel piazzale e trafitto da 29 coltellate (l’arma non è stata ancora rinvenuta) e sull’uscio della porta di casa la Lamberti, colpita per ben 36 volte.

    Questa la versione del marocchino alla quale Marsico si professa estraneo fornendo agli inquirenti un alibi attualmente al vaglio: nelle ore del delitto il Marsico si sarebbe trovato a Capaccio. Per questi motivi il suo legale ha chiesto in sede di interrogatorio l’acquisizione dei filmati di alcune videocamere di sorveglianza presenti sul territorio del comune di Capaccio.

    Nelle prime ore di domani molto probabilmente si terrà l’incidente probatorio.

    Intanto, i familiari e tutta la comunità di Albanella, domattina (lunedì 9 gennaio) saluteranno la salma di Tomasino presso il Santuario di Santa Sofia in Albanella. Ancora da decidere le esequie della Lamberti.

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