L’Asl di Salerno sceglie Roccadaspide come centro d’eccellenza di Geriatria e di alta specializzazione per l’Alzheimer

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    Il Piano Attuativo Aziendale predisposto dalla Struttura Commissariale dell’Asl Salerno prevede l’istituzione di un “Centro d’Eccellenza di Geriatria” e di un “Centro di Alta Specializzazione per l’Alzheimer” presso il presidio di Roccadaspide.

    Da un’analisi accurata di tipo epidemiologico sono emerse, infatti, le domande di salute dei cittadini del comprensorio caratterizzato da un’elevata età media della popolazione. Da qui, per offrire un’idonea risposta a tale domanda, e per la già presente mission vocazionale del presidio, l’Asl Salerno ha previsto per tale plesso una politica sanitaria di media/bassa assistenza e ad alta tutela del paziente, con la programmazione di un “Centro d’Eccellenza di Geriatria” con le attinenti specialità. All’interno del presidio, inoltre, è prevista l’istituzione di un Centro di Alta Specializzazione per l’Alzheimer.

    La struttura si occuperà, quindi, dello studio, della diagnosi e della cura delle patologie connesse all’età geriatria, e sarà punto di riferimento avanzato aziendale per quanto concerne la Geriatria e la cura dell’Alzheimer, secondo una dinamica che prevede la “presa in carico globale del cittadino-paziente”, dalla fase di prevenzione a quella di diagnosi, terapia, riabilitazione e cure palliative e/o domiciliari.

    Il Centro per la Geriatria studierà e tratterà le malattie da cui sono affetti gli anziani, e le loro conseguenze disabilitanti. Con l’obiettivo fondamentale di ritardare il declino funzionale e mentale, consentendo al paziente di mantenere  il massimo grado di autosufficienza e la miglior qualità di vita possibile.

    Il Presidio di Roccadaspide ospiterà, inoltre, il Centro di alta specializzazione per l’Alzheimer, patologia strettamente connessa all’età geriatria. Un fenomeno emergente che richiede massima attenzione e risposte adeguate da parte dell’Azienda, i cui costi socio-sanitari sono od oggi molto alti.

    La demenza di Alzheimer é la forma più comune di demenza senile, provocata da una alterazione delle funzioni cerebrali che provoca serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane. La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive e si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare, ma può causare anche stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. Si stima che oggi in Italia colpisca circa il 5% delle persone con più di 60 anni.

    La demenza di Alzheimer ha, in genere, un inizio subdolo: le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare al punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e hanno bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici.

    Anche se al momento non esiste una cura efficace, esistono diverse strategie terapeutiche che possono influenzare clinicamente il decorso della malattia. Tali strategie puntano a modulare farmacologicamente alcuni dei meccanismi patologici che ne stanno alla base. Tali strategie vanno inoltre integrate con interventi psicosociali, cognitivi e comportamentali, che hanno dimostrato effetti positivi, unitamente all’uso dei farmaci, nel rallentamento dell’evoluzione dei sintomi e nella qualità della vita dei pazienti.

    Le forme di trattamento non-farmacologico consistono prevalentemente in interventi comportamentali, di supporto psicosociale e di training cognitivo. Tali misure sono solitamente integrate in maniera complementare con il trattamento farmacologico, ed hanno dimostrato una loro efficacia positiva nella gestione clinica complessiva del paziente.

    fonte: www.giornaledelcilento.it

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