Teggiano (SA)- Con una intervista esclusiva di Cono D’Elia Uno Tv torna sulla vicenda dell’ingente somma, ben 750 euro, che una signora 60enne residente a Teggiano, ha dovuto sborsare per il trasporto del marito75ennedall’ospedale di Polla a quello di Roccadaspide. Il trasferimento è stato effettuato con un’ambulanza privata e si reso necessario a causa delle gravi condizioni dell’uomo che necessitava di un esame specifico e del relativo intervento chirurgico. Sulla vicenda è stata avviata un’inchiesta che fa seguito alla denuncia presentata dalla moglie del paziente. Uno Tv l’ha incontrata ed intervistata. Dall’esatta trascrizione delle sue parole ecco la cronaca della giornata sotto accusa.
“Eravamo a casa. Mio marito si è sentito male all‘improvviso, ho chiamato l’ambulanza ed è stato trasportato all’ospedale di Polla. Gli sono stati riscontrati problemi al fegato per cui si è reso necessario il ricovero. Io sono rimasta, per quanto possibile, accanto a lui in stanza. Dopo qualche giorno si è presentato un signore che mi ha detto di chiamarsi P*******. Ha rassicurato me e mio marito e ci ha riferito che aveva parlato con i dottori e che per l’esame specifico ed il conseguente intervento chirurgico, avremmo dovuto spostarci presso l’ospedale di Roccadaspide, con la sua ambulanza. Ci ha poi raggiunto un medico che ci ha confermato il tutto, inducendoci a sottoscrivere la dimissione ed a trasferirci al presidio ospedaliero rocchese. Naturalmente ho subito immaginato che il servizio non fosse gratuito, ma non avendo né familiari, né persone vicine che potessero aiutarmi, ho accettato ed ho chiesto quanto costasse il servizio. Un euro a Km è stata la risposta dell’addetto al trasporto. Avevo con me soltanto pochi euro e sono stata costretta a tornare a Teggiano per effettuare un prelievo in Posta. A riguardo P******* mi ha ulteriormente rassicurato, garantendomi che, per compiere l’operazione, mi avrebbe accompagnato direttamente il padre. Così è stato. Siamo arrivati a Teggiano, ho prelevato i soldi e siamo ripartiti alla volta di Polla. Durante il tragitto, l’uomo mi ha garantito che il servizio sarebbe stato perfetto e che tutto era organizzato nei minimi dettagli. Mi ha chiesto, inoltre, 50euro come rimborso benzina. Glieli ho dati. In quel momento ho iniziato a nutrire seri dubbi sulla loro affidabilità. Una volta tornati all’ospedale di Polla, mio marito è stato caricato sull’ambulanza e siamo partiti. A bordo, insieme a me, c’era una dottoressa. Giunti a Roccadaspide, i sanitari hanno compiuto l’iter relativo al ricovero di mio marito. Successivamente il responsabile del trasporto ha presentato il conto e mi ha chiesto ben 700 euro. Io sono rimasta stupita della richiesta e ho chiesto chiarimenti. Mi è stato detto che tanto gli dovevo e, seppure a malincuore, glieli ho dati. Non mi hanno rilasciato nemmeno una ricevuta. Ne ho subito parlato con il primario dell’ospedale di Roccadaspide il quale è rimasto a dir poco sorpreso della somma che ho sborsato. E mi ha consigliato di sporgere denuncia, tant’è che abbiamo contattato i Carabinieri della locale Stazione che hanno raccolto la mia testimonianza. Poi ho proceduto con una denuncia alla Procura di Sala Consilina. Qualche giorno dopo che la notizia si era diffusa, mi ha telefonato a casa P*******. Mi ha rimproverato di aver denunciato la cosa e mi ha chiesto di cambiare la versione, di fare marcia indietro e non dire in giro che gli avevo consegnato 700 euro ma soltanto 300. Ho fatto finta di acconsentire, ma in realtà non ho alcuna intenzione di fermarmi qui. Mi sento presa in giro e truffata. Ho l’impressione che si sia messa in piedi una vera e propria organizzazione. Spero soltanto che ci sia un modo per riavere almeno una parte della somma che ho sborsato. In tutto questo mio marito è ora ricoverato in prognosi riservata a Vallo della Lucania perché, in seguito all’intervento chirurgico, le sue condizioni sono peggiorate. Raggiungere l’ospedale di Vallo non mi risulta semplice ma sto cercando di organizzarmi al meglio, facendo riferimento a poche persone fidate”
Questa la cronaca di una vicenda che presenta ancora troppi lati oscuri. Da parte della signora, di origini venezuelane, non sarà semplicedimostrare di aver effettivamente sborsato700 euro, non avendo in mano elementi utili a comprovare quanto accaduto. In merito sono intervenuti, tra gli altri, il Commissario dell’ASL Salerno Maurizio Bortoletti, il Direttore Sanitario dell’Ospedale di Polla Nunzio Babino e Sergio Annunziata, presidente della Conferenza Sindaci dell’Asl Salerno. Tutti hanno stigmatizzato quanto accaduto e garantito il massimo impegno al fine di far piena luce sulla vicenda. Ci si augura che ci sia davvero la ferma intenzione, da parte di tutti, di intervenire alla base di un fenomeno che, quasi certamente, ha radici più profonde di quanto si possa pensare. Anche perché ci vorrebbe molta buona volontà, per immaginare che questo sia stato il primo e unico caso di speculazione da parte degli “avvoltoi che presidiano il pronto soccorso”, come li ha definiti Annunziata
Cono D’Elia
Fonte:Unicosettimanale
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