Sei militari italiani della missione Unifil in Libano sono rimasti feriti in seguito a un attacco contro i mezzi dell’Onu. Lo reso noto il generale Massimo Fogari, portavoce dello Stato maggiore della Difesa, confermando che due si trovano in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha specificato che dei due feriti «uno rischia di perdere un occhio, mentre l’altro ha una lacerazione alla carotide ed è già stato operato». Secondo una televisione libanese vicina al movimento sciita Hezbollah, anche due civili libanesi sarebbero rimasti feriti nell’esplosione. I militari italiani rimasti feriti sono, secondo quanto si è appreso, quattro campani e due pugliesi. I primi in servizio presso il 10mo reggimento di manovra di Persano, in provincia di Salerno, e gli altri presso il reggimento trasporti di Bari. Venerdì erano stati a Beirut per accompagnare un convoglio al porto.
REAZIONI – «Sgomento e preoccupazione» è stato espresso dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica, a Varsavia per una visita di Stato, ha spiegato ai cronisti di non avere «tutti gli elementi necessari per poter valutare: siamo in attesa di saperne di più». «Siamo vicini ai familiari dei feriti e ai nostri ragazzi impegnati nella missione di pace e auguriamo loro una pronta guarigione», afferma in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «L’Italia è vicina ai suoi militari» impegnati nella missione Unifil alla quale «dobbiamo un contributo decisivo alla stabilità in una delle aree più sensibili della regione mediorientale», ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha condannato il «deplorevole» attacco in Libano e si è detto vicino «alle famiglie dei soldati» colpiti e «al popolo e al governo italiano».
ATTENTATO – L’attentato è stato provocato dalla scoppio di una bomba presso Sidone, a circa 40 km a sud di Beirut, che ha fatto saltare in aria il veicolo sul quale viaggiavano i militari italiani. L’ordigno era stato nascosto dietro la barriera di cemento armato sul ciglio della superstrada Sidone-Beirut nella zona ri al-Rumeila. Il convoglio era composto da quattro veicoli e la deflagrazione ha colpito l’ultimo e parzialmente in penultimo.
MISSIONE LEONTE – I soldati italiani sono in Libano dal settembre 2006 nell’ambito della missione Leonte, che fa parte dell’intervento Onu denominato Unifil. L’Italia partecipa alla missione internazionale con un contingente di 1.780 militari. Il 10 maggio c’era stato il passaggio di consegne nel settore ovest della missione Unifil fra la brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli e la brigata meccanizzata Aosta. Al quartier generale del contingente italiano, base Millevoi, si era svolto l’avvicendamento tra i comandanti delle due brigate, i generali Guglielmo Miglietta e Gualtiero Mario De Cicco. Per la brigata Aosta, stanziata in Sicilia, si tratta della prima missione in Libano, dopo varie missioni svolte negli anni passati nei Balcani.
I CADUTI ITALIANI IN LIBANO – Il 6 agosto 1997 quattro soldati italiani morirono nel corso della missione Unifil/Italair: in un volo di addestramento notturno un elicottero cadde per il maltempo nei pressi di Tibnin. Il 15 marzo 1982 a Beirut nei pressi del campo profughi palestinese di Sabra venne colpito Filippo Montesi: il marò spirò una settimana dopo. Nel corso della missione i feriti italiani furono 75. Nell’ambito dell’attuale missione Unifil, cominciata a fine 2006, nessuna vittima era mai stata registrata.
fonte:corriere.it
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