Duro colpo inflitto dalle forze dell’ordine nella provincia di Salerno. Nella mattinata di oggi sono finite agli arresti domiciliari 6 persone: 3 dirigenti della Provincia di Salerno e 3 imprenditori; i reati contestati sono quelli di peculato e falso. In particolare, i sei sono stati accusati in primis di aver incassato fondi per una strada mai messa in cantiere, l’arteria provinciale Casalvelino- Celso e di aver gonfiato le cifre utili alle operazioni di sbancamento, gli unici lavori effettuati, 150 mila euro contabilizzate a fronte dei 615 richiesti.
A denunciare il sopruso fu Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso dalla camorra. Nel giugno del 2010 la Provincia istituì una commissione per indagare sul fatto e oggi sono scattati gli arresti. Ad ogni modo tale vicenda non risulta collegata all’omicidio del sindaco Vassallo, secondo quanto ha confermato il procuratore Franco Roberti. Il procuratore ha poi proseguito ricordando che le indagini adesso andranno avanti su altri appalti: ”Contiamo sulla collaborazione dei cittadini e degli amministratori onesti che possono segnalare vicende come, in questo caso, aveva fatto Vassallo.”
Ma chi è Angelo Vassallo? Per più mandati sindaco di Pollica, Vassallo perde la vita in un agguato di matrice camorristica il 5 settembre scorso. Viene freddato sotto casa da 7 colpi di pistola, una calibro 9 puntata fuori dal finestrino della sua auto; a scoprire il suo corpo senza vita il fratello che, allarmato dalla moglie di Vassallo, era sceso in strada a cercarlo. Le modalità di compimento dell’agguato lasciarono intendere, fin da subito, che sull’omicidio ci fosse la firma della criminalità organizzata. Un’ipotesi confermata dalle dichiarazioni del pm Antonio Greco che, nei giorni successivi alla morte del sindaco, confermò che Vassallo negli ultimi tempi era preoccupato e lo teneva costantemente informato sullo sviluppo di alcune vicende.
L’avvenimento gettò nello sconcerto i cittadini di Pollica e dei comuni circostanti oltre a toccare profondamente l’opinione pubblica nazionale: Vassallo, a detta di chi l’aveva conosciuto, era un uomo semplice, lo chiamavano il sindaco-pescatore per via della sua attività ittica ma era anche un amministratore serio, che amava la sua terra e la sua gente: era un simbolo di legalità. Forse è proprio questo il movente dell’agguato teso a Vassallo, sul quale tuttora si indaga: il sindaco ambientalista non era visto di buon grado dalla camorra in quanto d’ostacolo al controllo del porto, un avamposto prezioso per il commercio illegale di droga.
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