“Paese immobile con un passato glorioso, in debito con i giovani”
L’idea di Altavilla
LA SUGGESTIONE
Ogni volta che intravedo in un discorso, su un giornale, nel racconto di un amico o semplicemente sui cartelli stradali il
nome del mio paese, Altavilla, anche solo per qualche secondo, non riesco mai a sottrarmi al richiamo della sua suggestione, di tutto quello che il nome stesso ha la forza di evocare, anche solo in senso figurato. Altavilla, appunto. La sua posizione geografica, il retaggio di un passato nobiliare, il suo ruolo sociale ed economico nella piana, la vitalità e l’intraprendenza dei suoi cittadini. Fino ad oggi sono cresciuto con l’istinto civico e la speranza di ritrovare queste suggestioni nella Altavilla vera, nella vita attuale e quotidiana, nella speranza che ciò che Altavilla dovrebbe essere nella sua normalità, prima o poi sarebbe diventata, non per miracolo, ma per un fisiologico corso degli eventi storici ed economici.
LA SERIE B DEI COMUNI
Nel frattempo il mio lavoro mi ha portato a ‘misurare’ le mie aspettative anche su altre realtà. Ho conosciuto comuni che hanno generato occupazione e ricchezza dalle loro piccolissime peculiarità e differenze. Ho visto esperienze di aggregazione territoriale incomprensibili per chi come noi fa del campanilismo un modo normalissimo di vivere. Ho scambiato opinioni con persone in grado di apprezzare più di quanto faccia io stesso il mio territorio. Ho trovato
piazze di borghi sperduti e inaccessibili affollate in una sera di tanti visitatori quanti ne accogliamo noi in un anno. Mi
sono spesso sentito annichilito e ‘retrocesso’ dal confronto fisiologico con altri cittadini.
LA RABBIA
Il corso degli anni, dunque, il sopraggiungere della maturità e di nuove conoscenze hanno lentamente tramutato le mie
speranze in pura e semplice rabbia. Rabbia perchè non esiste quasi più nulla di concreto, nel mio vivere quotidiano, che possa associarsi all’idea che ho sempre avuto di Altavilla, e nulla intravedo all’orizzonte. Non vedo partecipazione, non vedo entusiasmo, non vedo una volontà civica comune. Ho come l’impressione che i cittadini vivano in un torpore che li porti a giudicare questa condizione come normale, o come la migliore possibile.
LE RESPONSABILITA’
Tutto questo credo sia la semplice conseguenza di un modo di guidare il paese senza slanci e senza orizzonti. I sogni certo non sono sempre realizzabili, ma sarebbe un delitto non provare a cambiare le cose. Non credo che esistano colpe individuali. Non credo che ci sia stato un intento colposo nel seguire nel tempo tracce sbagliate dal punto di vista amministrativo. Credo semplicemente che fino ad oggi siano stati utilizzati metodi vecchi per risolvere problemi nuovi. Realtà comunali chiuse in se stesse quali erano quelle di pochi decenni fa non possono essere amministrate con
l’unico obiettivo di risolvere solo interessi semplici ed essenziali.
LA SPERANZA
Rabbia ma anche speranza. Rabbia per la consapevolezza del tempo che passa e del tempo che stiamo perdendo per
disegnare comunità della quale finalmente essere orgogliosi. Speranza perchè, conoscendo i miei concittadini, non ci manca alcun mezzo per poterlo fare. Vorrei avere solo la capacità di risvegliare tutte le forze nascoste negli angoli del nostro comune, dalla prima all’ultima persona che si sente avvilita e inutile nell’esercizio della sua cittadinanza. Vorrei offrire loro prima di tutto partecipazione e entusiasmo.
ALTAVILLA OGGI
L’immagine che ho io di Altavilla, è quella di un paese immobilizzato, a metà fra il credito esaurito e mai incentivato di un passato glorioso e il debito sempre crescente nei confronti delle nuove generazioni. La storia oggi si è fermata. L’idea che ho io di Altavilla è che quella storia deve riprendere, per amore del nostro futuro.
Michele Gallo
fonte:Unico Settimanale
Video relativo al Convegno sull’Agricoltura, promosso dal movimento “Altavilla in Campo”
Fonte video: Pagine del Cilento
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