E’ cominciata lunedì e prosegue fino al 29 gennaio la Settimana Europea di Prevenzione del Tumore del Collo dell’Utero: un cancro subdolo, spesso asintomatico, che colpisce, solo in Italia, circa 3.500 donne ogni anno, in molti casi con esiti infausti. Un tumore che può e deve essere sconfitto, soprattutto a colpi di prevenzione.
La chiave del successo nella lotta al cancro al collo dell’utero è proprio la prevenzione: efficaci programmi di vaccinazione e di screening potrebbero sconfiggere l’infezione da Papillomavirus (HPV), l’agente responsabile, l’unico vero imputato da additare e condannare come colpevole di questa forma tumorale femminile.
Le cifre di questo tumore sono poco rassicuranti: la sua percentuale di incidenza nel mondo lo rende la seconda forma di cancro più diffusa tra le donne, dopo il tumore al seno, con più di 500.000 nuovi casi ogni anno.
Numeri impressionanti che sembrano in netto contrasto con le caratteristiche ben note di questo tumore: infatti, è una delle poche forme di cancro che la ricerca ha “svelato” quasi completamente, evidenziandone peculiarità, cause e modalità di prevenzione. L’hpv è la causa del cancro cervicale e la sua azione potrebbe essere prevista e prevenuta attraverso i moderni strumenti di diagnosi e prevenzione, come il test per identificare la presenza del virus e il vaccino.
La strada da percorrere per sconfiggere questo cancro c’è e, in occasione della Settimana Europea di Prevenzione del Tumore del Collo dell’Utero, che si celebra in tutto il Vecchio Continente, dal 23 al 29 gennaio, ne verranno sottolineati i protagonisti fondamentali, l’informazione e la prevenzione.
“Il carcinoma del collo dell’utero è una malattia purtroppo ancora diffusa, con un impatto clinico e sociale molto forte. I test diagnostici hanno svolto un ruolo importantissimo nel diminuire il numero di nuovi casi e la mortalità, tuttavia esiste una fascia di donne che ancora non accede ai test diagnostici ed è soprattutto in questa fascia che la malattia incide. E’ doveroso che le forze sociali politiche e scientifiche si impegnino, con tutti gli strumenti possibili, a raggiungere tutte le donne con informazioni chiare e complete, affiché chi fa già il Pap test o il test HPV continui a farlo e coloro che non si sottopongono agli screening accedano a questi utilissimi servizi” ha sottolineato il dottor Silvano Costa, Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna.
Nuovi alleati tecnologici per garantire la prevenzione e la diagnosi precoce, che dovrebbero essere ben conosciuti e utilizzati al meglio da ogni donna. “Il tumore del collo dell’utero oggi ha tre nemici formidabili: il Pap test, il test HPV e il vaccino. La comunicazione è ciò che rende veramente efficaci queste tre potenti armi” ha aggiunto il dottor Paolo Cristoforoni Ginecologia Oncologica, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova.
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