Serre, il percolato finisce nel terreno. Dalla discarica rischio inquinamento

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    Macchia Soprana, misure di sicurezza non adeguate. Buchi nei teloni della vasca di contenimento del liquido

     

    Il problema della discarica di Macchia Soprana, a Serre, non è la riapertura a nuovi conferimenti rifiuti. Perchè, almeno fino ad oggi, il vero rischio dell’impianto di smaltimento della provincia di Salerno è la dispersione di percolato. Che, come testimoniano alcune delle fotografie pubblicate, fuoriesce dai teloni della vasca di contenimento della discarica per poi penetrare nel terreno.

    Questo fenomeno si registra soprattutto in occasione di piogge abbondanti. Quando il livello del fluido è superiore alla capienza della stessa della vasca e, quindi, il fiumiciattolo deborda sul terreno circostante. Il percolato è, in sostanza, quel liquido formatosi dalla decomposizione dei rifiuti. E contiene inquinanti organici e inorganici che sono scaturiti dai processi biologici e chimici della spazzatura ammassata tempo.

    Per la sua pericolosità, infatti, la legge prevede un trattamento particolare. Il materiale va trasportato in impianti dedicati alla gestione delle acque e deve essere depurato e reso inerte. Ma la minaccia della dispersione del percolato è, paradossalmente, addirittura secondaria. Perchè, come è chiaramente visibile dalle foto, alcune parti dei teloni di contenimento liquido sono bucate. Ed è praticamente impossibile che i fori, se non realizzati volontariamente o in maniera dolosa, possano avere una forma così precisa.

    Allora, chi ha eseguito quei buchi? E, se l’intervento non delittuoso, chi ha ordinato quella procedura? Non solo: le macchie persistenti sul terriccio, sempre nella zona dei buchi sul telone, confermano il flusso di percolato verso l’esterno è costante. Elemento che prova come quelle fessure siano state effettuate da tempo e, di riflesso, la perdita del percolato sia datata. L’altro elemento dirimente è dove liquido finisce la sua corsa dopo la fuoriuscita dalla vasca di contenimento? E qui le possibilità sono diverse.

    La prima: penetra nel terreno sottostante e, quindi, potrebbe anche contaminare eventuali falde acquifere che si trovano nelle vicinanze. La seconda, e peggiore, ipotesi: il fiumiciattolo nauseabondo potrebbe anche scorrere lungo la fiancata del colle fino ad arrivare ad uno dei torrenti che poi si riversano nel fiume Sele. E quindi, miscelandosi poi all’acqua, diventare anche liquido per irrigare alcune delle coltivazioni che trovano nelle immediate vicinanze della zona. Insomma, in qualsiasi situazione sarebbe comunque un disastro.

    Che di certo non potrà sfuggire all’attenzione dei responsabili della discarica e del Consorzio di bacino detengono la gestione della discarica di Macchia Soprana.

    fonte e foto:corrieredelmezzogiorno – Felice Naddeo

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