Giornata mondiale dell’AIDS 2010

    0

     

    La Giornata mondiale dell’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome, sindrome da immunodeficienza acquisita) si svolge ogni primo dicembre e mira ad aumentare la sensibilità e la conoscenza su questa malattia, che colpisce più di 40 milioni di persone su tutto il pianeta. I dati riguardanti il nostro paese, risalenti al 2008, stimano 6,7 nuovi casi di positività all’HIV ogni 100mila abitanti, posizionando l’Italia con un’incidenza medio-alta fra i paesi dell’Europa occidentale (*).

    Avere un quadro obiettivo e completo della situazione è difficile. L’obiettivo della Giornata è convincere che l’informazione di tutti, malati e non, giovani e adulti, faccia parte dei diritti fondamentali di una persona; conoscere la malattia, i rischi di trasmissione, i metodi di prevenzione e dove trovare assistenza senza discriminazioni in caso di contagio è un diritto di tutti. Purtroppo siamo ancora lontani dal raggiungere questo scopo: la disomogeneità con cui l’AIDS colpisce è fortemente correlata alla povertà, soprattutto in zone come Africa e Asia. Riuscire a difenderci “in casa nostra” sarebbe già un bel traguardo, vista l’ipocrisia dilagante sull’argomento a cui spesso siamo costratti ad assistere.

     Per aumentare la consapevolezza e la diffusione dell’informazione si è scelto come simbolo un nastro rosso che può essere indossato tutto l’anno come spunto di dialogo e approfondimento.L’iniziativa si svolge il primo dicembre proprio perchè in questo giorno del 1981 venne diagnosticato il primo caso di AIDS. Le origini della malattia sono tuttora sconosciute e molte sono state le ipotesi fatte in merito. Questo articolo non mira a dipanare certi dubbi o schierarsi in favore di questa o quella teoria, ma solo ad aumentare la consapevolezza delle persone tramite la diffusione di iniziative di divulgazione come l’evento in questione.

     L’AIDS è una malattia dovuta all’infezione del sistema immunitario da parte del retrovirus HIV (Human Immunodeficiency Virus, virus dell’immunodeficienza umana), il cui decorso ha spesso conseguenze tragiche. Basta infatti una minima infezione per portare un individuo alla morte o a una lunga serie di disagi dovuti a malattie debilitanti, in quanto i linfociti sono resi inoperosi e non riescono a contrastare efficacemente le minacce esterne.

    La trasmissione della malattia è molto particolare: i liquidi infettanti sono sangue, latte materno, sperma, secrezioni vaginali e quindi si trasmette per via sessuale, contatto sanguigno o durante gravidanza, parto e allattamento. Con ‘via sessuale’ si intendono rapporti sessuali completi, quindi un bacio non presenta rischi in quanto la saliva e lo stomaco riescono a debellare il virus, a meno che, ovviamente, non siano presenti microlesioni e sanguinamenti nelle mucose della bocca. Il contagio può essere evitato mediante l’utilizzo del profilattico che, salvo rotture o lesioni, garantisce che le mucose degli organi sessuali non si infettino venendo a contatto tra loro. Erroneamente si può pensare che il sesso orale sia più sicuro, ma anche questa credenza è falsa.

    La trasmissione per via sanguigna può avvenire in diversi modi, tra cui cito i più frequenti: trasfusioni sanguigne da un donatore non ancora identificato come sieropositivo, gravidanza, parto o per mezzo di siringhe infette; nei casi di tossicodipendenza da sostanze come l’eroina l’infezione può essere evitata non utilizzando siringhe di altre persone o usando siringhe diverse ogni volta.L’opinione secondo cui il profilattico non serve a frenare il contagio del virus è assolutamente infondata. L’AIDS, l’ignoranza e l’indifferenza uccidono. La malattia causa disagi notevoli all’essere umano e per fermarla abbiamo bisogno di informazione in senso utile: come prevenire il contagio, aiutare chi ne soffre a guarirne o comunque a vivere un’esistenza dignitosa. Solo così potremmo aiutare l’umanità a sconfiggere questa ed altre epidemie che in futuro, senza voler essere pessimisti, ci potrebbero colpire.

    fonte: lila.it

    Views: 0


    Invia una risposta