Il fritto non è nemico della linea

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    Si dice che fritta sia buona anche una ciabatta, per indicare quanto la frittura sia un metodo per cucinare particolarmente gradito al palato. Ma è anche vero che generalmente i cibi fritti sono demonizzati, considerati calorici e decisamente poco salutari.Ora, però, uno studio italiano rivaluta il fritto. Infatti, secondo la ricerca condotta da Sara Farnetti, specialista in Medicina interna e nutrizione funzionale del Policlinico Gemelli di Roma, nonché nutrizionista di Miss Italia, e in via di pubblicazione sulla rivista scientifica “Journal of Medicinal Food”, il fritto non sarebbe più un tabù neppure per la linea.
     
    I chili di troppo, infatti, non dipendono solo dalle calorie, ma anche dalla risposta degli ormoni a quello che si mangia. Così la ricercatrice ha studiato alcune donne obese insulinoresistenti (cioè il cui organismo era resistente all’azione di trasformazione degli zuccheri da parte dell’insulina): “L’obiettivo era verificare se la cottura in olio riduce il carico glicemico degli alimenti, cioè la capacità di rilasciare zuccheri nel sangue. Tutte le diete principali si basano sull’indice glicemico, che si cerca di tenere basso”.
     
    A tutte le partecipanti sono stati serviti, a distanza di una settimana, due pasti identici, ma cotti diversamente: pasta saltata in padella, zucchine fritte e una mela nel primo caso, e gli stessi alimenti con la stessa quantità di olio ma aggiunta a crudo nel secondo menù. “Nelle donne obese dopo la frittura la secrezione di insulina è risultata significativamente più bassa” ha riscontrato la studiosa.
     
    Quindi “è un luogo comune pensare che l’olio fritto o soffritto faccia aumentare la glicemia e il colesterolo, di cui tra l’altro è privo, o addirittura che sia tossico” spiega la ricercatrice. Per tenere sotto controllo i chili di troppo sarebbe addirittura meglio un piatto di pasta ripassata in padella che una aglio e olio con olio a crudo: “Grazie allo shock termico subito dalla pasta al dente gettata nell’olio caldo, gli amidi vengono ‘bloccati’ e gli zuccheri sono meno accessibili all’assorbimento da parte dell’organismo” rivela Farnetti.
    Riabilitate anche le patatine fritte che sarebbero “meno zuccherine di una patata lessa” fa sapere la dottoressa.
     
    Chiaramente questo non significa abbuffarsi di frittura e accontentarsi di qualsiasi cibo fritto. Bisogna anzia saper scegliere e cucinare un fritto di qualità cioè fatto solo con olio extravergine di oliva di ottima qualità, senza superare i 180 gradi di temperatura, buttando l’olio fumante e non riutilizzandolo più volte per la stessa frittura ed evitando che gli alimenti si colorino troppo.

    fonte: tantasaute.it

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