Terreni, palazzi, ruderi: Gioacchino Granito di Belmonte li aveva ceduti ai Boroli, ma il proprietario era suo figlio
Dopo quarant’anni, tornano al principe di Belmonte le tenute di Castellabate cedute dal padre alla famiglia Boroli. Accade nel Cilento, dove il principe Angelo Granito di Belmonte, l’ultimo rampollo di una delle dinastie più antiche d’Italia, è definitivamente tornato in possesso dei beni immobili di proprietà, centinaia di ettari oltre ad un palazzo e numerosi ruderi. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dai Boroli, proprietari dell’ Istituto geografico De Agostini, che avevano acquistato dal padre del principe le numerose proprietà immobiliari. Al centro della vicenda legale, avviata nel lontano 1970, vi erano infatti i contratti di compravendita risalenti al 1958 tra Gioacchino Granito di Belmonte, padre del principe Angelo di Belmonte, e numerosi acquirenti, tra i quali spiccava la società «Licosa S.p.A.», della famiglia Boroli.
Le vendite riguardavano le tenute immobiliari ereditate da Gioacchino Granito di Belmonte, che era stato designato come semplice usufruttuario, mentre il figlio e attuale principe, all’epoca dei fatti ancora minorenne, sarebbe spettata la nuda proprietà dei beni immobili.
La Cassazione, con sentenza definitiva, ha confermato la nullità dei contratti posti in essere da Gioacchino Granito di Belmonte in considerazione della «falsa prospettazione dei fatti contenuta nell’ istanza per l’autorizzazione alla prima di esse e della falsa valutazione dei fatti riportata nella perizia estimativa allegata all’ istanza stessa», come hanno ricordato i legali del principe di Belmonte, gli avvocati Modestino Acone e Francesco Di Giovanni. Angelo Granito di Belmonte è così tornato definitivamente in possesso del suo patrimonio immobiliare, ubicato completamente nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
fonte: Ansa
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