Gerardo Picilli
Stipendi d’oro ai dirigenti del Comune di Salerno: arriva la stangata della Corte dei conti (sezione giurisdizionale di Napoli) che si abbatte su amministratori e burocrati i quali dovanno mettere mano ai loro portafogli per risarcire il danno erariale (185.000, 500 euro), con rivalutazione monetaria ed interessi legali, arrecato alle casse di Palazzo di Città. I giudici contabili partenopei di via Piedigrotta hanno condannato il sindaco Vincenzo De Luca, il predecessore Mario de Biase, l’ex segretario generale Fausto Salvatore, il dirigente di Ragioneria Luigi Carmelo Della Greca e gli ex componenti del Nucleo di Valutazione Alfonso De Stefano, Giuseppe Manzo, Agostino Salimbene e Sergio Tanga. Assolti, invece, con formula piena, da ogni addebito l’ex assessore al Personale, Rino Avella, ed il vicesegretario generale Felice Marotta.
La condanna maggiore (80 mila euro) è stata irrogata dalla magistratura contabile a carico dell’ex vertice burocratico del Comune, Salvatore. Seguono, in ordine decrescente degli importi, De Biase e De Luca, condannati, rispettivamente, a pagare 46mila euro e 23mila euro. La somma messa a carico di Della Greca, all’epoca dei fatti direttore del Settore Personale, ammonta a 11 mila e 500 euro. Manzo, Salimene e Tanga debbono versare la somma di 9mila e 500 euro ciascuno. La condanna di De Stefano è la più mite: 6mila euro. La vicenda passata ai raggi X dalla Corte dei conti riguarda l’illegittima erogazione della cosiddetta “indennità di risultato” ai dirigenti comunali. Risale al 2007 la citazione in giudizio dei convenuti, firmata dal sostituto procuratore generale Aurelio Laino. La Procura regionale della Corte dei conti era stata informata dei danni causativi di sperpero di danaro pubblico e danno patrimoniale dalla relazione stilata il 1° giugno del 2004 dall’ispettore del ministero dell’Economia e delle Finanze, Angela Santopietro. I
l dirigente del Sifip (Servizio ispettivo di finanza pubblica), in servizio a Roma presso la Ragioneria Generale dello Stato, aveva eseguito dal 9 giugno al 24 luglio del 20033, sull’Amministrazione comunale del Capoluogo un’approfondita verifica amministrativo-contabile da cui erano emerse varie irregolarità sia in relazione al trattamento economico del personale dipendente. Nel mirino della Corte dei conti è finito il contratto collettivo decentrato integrativo per il quadriennio 1998/2001, fatto proprio dalla giunta comunale con il deliberato 232/2001, relativamente alla corresponsione ai dirigenti, per il triennio 2000/2002, in assenza dei necessari presupposti di legge della retribuzione di risultato.
La Corte, infine, ha disposto la sospensione del giudizio sul danno all’immagine che pur era stato contestato dal magistrato requirente. L’eventuale prosecuzione del processo dipenderà dal verdetto che emetterà a breve la Corte costituzionale sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate in merito alla riforma introdotta ad agosto del 2009. La sentenza, emessa in primo grado dal collegio giudicante composto dal presidente ff Michele Scoscia e dai referendari Pasquale Fava e Giulia De Franciscis (relatore). È appellabile davanti alle Sezioni Centrali di Roma della Corte dei conti e la presentazione dell’appello ne sospende l’esecuzione.
La difesa è stata sostenuta dagli avvocati Antonio Brancaccio, Francesco Accarino, Gaetano Paolino, Ruggiero Musio, Gherardo Maria Marenghi, Salvatore Prisco, Riccardo Montanari, Francesco Arenante, Stefania Vecchio e Vito Marano. Ieri, intanto, alla sempre Corte dei conti di Napoli era in programma una nuova udienza del processo a carico di amministratori e dirigenti del Comune di Salerno. I convenuti erano stati citati in giudizio per il presunto danno erariale di 29.103,61 euro in merito al pagamento ai “comunali” dei cosiddetti “premi incentivanti la produttività”.
fonte:ilmattino
Views: 42