Aggiungere circa 60 grammi di noci e altra frutta secca simile, come pistacchi, mandorle e nocciole, può rappresentare un sensibile aiuto al contenimento del colesterolo e in generale dei grassi circolanti nel sangue, uno degli elementi cardine della prevenzione cardiovascolare. La conferma proviene da una ricerca pubblicata sulla rivista Archives of Internal Medicine da parte di alcuni studiosi spagnoli. Finora sono oltre 20 gli studi clinici realizzati per cercare di capire meglio l’azione positiva che la frutta secca ha sulla quantità e la qualità di grassi nel sangue, e questa nuova indagine è stata realizzata proprio mettendo insieme i risultati di tutti questi studi, per cercare di arrivare a una conclusione affidabile. – Il lavoro svolto dai ricercatori spagnoli ha consentito di fare un’analisi unica per tutti gli oltre 580 pazienti che erano stati osservati nel corso degli studi clinici precedenti, ed è così che si è arrivati a chiarire che la frutta secca, assunta alla dose di circa 65 grammi al giorno, può ridurre il colesterolo di circa 11 milligrammi per decilitro, migliorando favorevolmente anche il rapporto tra LDL (Low-Density-Lipoprotein) e HDL (High-Density-Lipoprotein). L’effetto, oltretutto è dose-dipendente, ossia diventa maggiore man mano che aumenta la quantità di frutta secca assunta giornalmente, fino al limite indicato. Il beneficio maggiore sembra essere rilevabile tra le persone che seguono una dieta sbilanciata verso i grassi saturi, come quelli provenienti dagli animali, ad esempio carne, formaggi e uova. Infatti, l’effetto benefico è conseguente in parte proprio alla sostituzione di questi grassi saturi con quelli insaturi presenti nella frutta secca. Per un complesso meccanismo correlato alla produzione di colesterolo da parte dello stesso organismo, l’effetto benefico della frutta secca è meno evidente nelle persone obese. Noci, nocciole, pistacchi e mandorle, comunque, non si limitano a migliorare il profilo dei grassi circolanti nel sangue, essendo dotati anche di altre potenzialità. Ad esempio, sono in grado di migliorare la funzione della parete delle arterie, di ridurre lo stress ossidativo delle cellule, di ridurre il rischio di sviluppare il diabete nelle persone che tendono verso l’iperglicemia.«Fermo restando che non vi sono alimenti nocivi di per sé o panacee, va innanzitutto detto che noci, nocciole, pistacchi e mandorle sono alimenti ipercalorici per la ricchezza in grassi» dice il dottor Carlo Lesi, direttore dell’Unità Operativa di Dietologia e Nutrizione Clinica dell’Azienda Usl di Bologna. «Per cui sono alimenti sconsigliati nelle persone che vogliono perdere peso, a meno che non vengano assunti al posto di altri alimenti ricchi di grassi saturi a funzione aterogena e di origine animale: carne, formaggio, insaccati, uova. Negli ultimi anni è però stata rivalutata la loro assunzione perché il principale grasso presente è l’acido alfa-linolenico, precursore degli acidi grassi polinsaturi detti anche omega 3. L’acido alfa-linolenico è considerato essenziale perché l’organismo non è in grado di sintetizzarlo, e quindi deve essere introdotto con l’alimentazione. L’assunzione di quattro noci al giorno introduce nell’organismo acidi grassi omega 3 in misura analoga a quanto si otterrebbe con il consumo di pesce. Questi acidi grassi esplicano una funzione di riserva energetica e rappresentano una componente fondamentale delle membrane che delimitano le cellule. Hanno un’attività antiaterogena, regolano il tono della parete vascolare ed esercitano un controllo sull’aggregazione delle piastrine. Quindi si può affermare che riducono il rischio di malattie cardiovascolari, aiutano a prevenire l’infarto del miocardio e l’ictus, le arteriopatie degli arti inferiori e il diabete mellito. È stata dimostrata anche la loro capacità di potenziare l’azione del sistema immunitario e di ridurre la risposta infiammatoria dell’organismo alla base di molte malattie fra cui l’aterosclerosi. È il caso di dire che “ qualche noce al giorno toglie il medico di torno”, anche se non bisogna comunque eccedere nella loro assunzione».
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