di Gerardo Picilli.
Napoli. Stop a tre delibere e a un verbale della giunta regionale uscente. Una mannaia già annunciata all’indomani del varo del decreto legge voluto dal ministro Tremonti per reperire circa 24 miliardi. E poco più di uno, certamente, serve alla Regione se non vuole sforare i limiti del Patto di stabilità del 2010. Nessuna conseguenza. Per ora. Se non per i dirigenti regionali esterni i cui contratti erano stati prorogati con la (annullata) delibera 125 del 15 febbraio scorso. Ventinove le persone interessate. Ma saranno in 27 che, nelle prossime ore, con uno specifico atto del responsabile al Personale Pasquale Sommese, saranno dichiarati decaduti: ci sarà la probabile eccezione di Ferdinando De Angelis e Romeo Melillo, ma solo perché i due sono dipendenti del consiglio.
Scontata comunque una pioggia di ricorsi da parte dei revocati. Mentre si sancisce la possibilità (comma 22 dell’articolo 14 dell’ultimo decreto) da parte del governatore di stilare subito 8 contratti a tempo determinato per gli uffici alle sue dirette competenze. Ma è prossimo un altro giro di vite nei confronti delle nomine fatte da Bassolino. Perché la giunta guidata da Stefano Caldoro ha dato anche pieno mandato a Sommese per verificare se siano stati assegnati, dal giugno scorso, incarichi e consulenze dalla Regione o da società partecipate in cui palazzo Santa Lucia detiene la maggioranza: saranno azzerate. Più complessa, invece, la partita di bilancio. Come prima mossa è stato deciso di annullare la delibere regionali 1311 del 31 luglio e la 1602 del 22 ottobre.
Due atti che certificavano la volontà di superare i limiti imposti dal Patto di Stabilità, dando il via libera, rispettivamente, a 456 e 290 milioni di euro. Come è stato annullato il verbale della seduta di giunta del 13 novembre successivo in cui s’autorizzava a proseguire l’emissione dei mandati di pagamento per le aziende creditrici «pur in presenza di un’accertata violazione dei limiti imposti dalla Ue». Un passaggio necessario su cui si poggia l’architrave della road map ipotizzata dai vertici di palazzo Santa Lucia. Ovvero cercare di bloccare tutti quei pagamenti collegati e successivi alle due delibere ancora non onorati. Non moltissimi però, perché la giunta uscente decise di pagare fatture e ordini di liquidazione giacenti già in ragioneria generale e iscritti in bilancio. E una volta pagati ormai, sarebbe impossibile tornare indietro.
Più agevole, invece, tagliare dall’approvato bilancio gestionale del 2010. Anche per evitare di violare il Patto, come ha fatto presente ieri in giunta l’assessore al Bilancio Giancane, per il secondo anno di fila. Via al piano di rientro, dove occorre recuperare poco più di un miliardo. Da quale capitolo? Non rimane molta scelta se il bilancio regionale campano vale poco più di 15 milioni di euro, ma di cui poco più di 10,1 sono per la sanità. E il resto serve per le spese correnti di tutta quella complessa macchina che è la Regione. E da qui si cercherà di recuperare circa un miliardo come prevederà il piano di rientro.
Intanto tra tagli e ritocchi futuri, arriva un finanziamento di 40 milioni dal ministero delle Infrastrutture per la messa in sicurezza delle scuole campane. E l’assessore Edoardo Cosenza si affretta a chiarire come «i fondi andranno direttamente alle amministrazioni pubbliche proprietarie degli immobili e non rientrano nei limiti del patto di stabilità».
fonte:da il mattino
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