di Alessia Paolantonio.
L’Italiano Pier Paolo Pandolfi, ricercatore presso la Harvard Medical School di Boston, ha scoperto un nuovo metodo per combattere il cancro. Invece di avvelenare le cellule tumorali con sostanze tossiche, causa spesso di affetti collaterali, Pandolfi è riuscito ad interrompere il loro meccanismo di replicazione infinita facendole invecchiare e morire. Spegnendo il gene Skp2 si attiva il processo di senescenza cellulare.La scoperta, pubblicata su Nature, potrebbe portare allo sviluppo di un farmaco universalmente efficace contro molti o tutti i tumori. Il team di Pandolfi ha utilizzato topi geneticamente modificati per sviluppare il cancro alla prostata. In alcuni di questi hanno spento il gene Skp2 e dopo sei mesi i topi trattati avevano sviluppato un tumore di dimensioni molto minori.
Inoltre, analizzando le cellule tumorali, gli scienziati hanno verificato che stavano invecchiando e che il processo di suddivisione (attraverso cui il tumore si propaga) era molto rallentato. Lo stesso risultato è stato ottenuto in vitro su cellule tumorali di una prostata umana. Poiché il processo di senescenza è universale, riguarda cioe’ tutte le cellule malate del corpo, il farmaco sperimentale testato da Pandolfi potrebbe funzionare contro molti, se non tutti, i tumori. La senescenza cellulare impedisce alle cellule di moltiplicarsi e quindi di aumentare numericamente, per cui può sbarrare la strada al cancro. Ad oggi si conoscono già alcuni geni legati all’invecchiamento delle cellule, ma la scoperta di Pandolfi è del tutto nuova perché riguarda un “programma di invecchiamento” cellulare finora sconosciuto e che funziona in modo indipendente da quelli già noti. Utilizzando cellule maligne coltivate in provetta e topolini colpiti da diversi tipi di cancro, gli esperti hanno scoperto che per far invecchiare le cellule malate e quindi eliminare i tumori basta disattivare il gene Skp2. In questo modo le cellule tumorali, divenendo incapaci di moltiplicarsi, cessano di vivere. Si tratta di assecondare un meccanismo di difesa naturale che abbiamo, ha spiegato: “Infatti la risposta di senescenza è lo stesso meccanismo che protegge la pelle dai danni del sole”; la cellula “scottata” e danneggiata attiva fisiologicamente un programma di autodistruzione. “Il processo di senescenza potrebbe rivelarsi una cura valida per molti, forse tutti i tumori – ha detto Pandolfi – infatti la risposta di controllo che avvia la senescenza in caso di anomalie cellulari oncogeniche avviene in tutte le cellule del nostro corpo. Sta a noi sfruttarla”.
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