Uno, due, tre, quattro, cinque, sei e…apriti sesamo, oppure apriti mail, o Facebook o -peggio ancora – apriti conto bancario su Ebay o Paypal. Le parole magiche che aprono quasi un quinto degli account mondiali di tutti gli internauti presenti sul Web sono semplici e facili da ricordare. Basta contare fino a sei o digitare iloveyou. Lo scrive il quotidiano americano The New York Times dopo che Impreva –azienda di sicurezza Online- abbia pubblicato i risultati di un analisi su 32 milioni di password rubate. “Avere una password così in Rete è l’equivalente a lasciare la chiave sotto lo zerbino”, scrive il giornalista. “E purtroppo le dinamiche di sicurezza sul Web non cambiano praticamente dagli anni novanta”, aggiunge il direttore di tecnologia di Impreva per spiegare come -in materia di protezione dati- la maggior parte di Internet sia ancora molto esposto ad un facile hackeraggio ma, non per l’abilità dei “pirati della Rete”, ma per l’ingenuità degli internauti. Un quinto degli internauti mondiali usa chiavi d’accesso semplici come pincess o iloveyou. Infatti anche se recentemente sono scattati tutti gli allarmi su siti come Gmail o Facebook per la mancanza di sicurezza e lo stesso staff di Google ha pregato gli utenti di usare password più sicure il panorama non cambia. Imperva segnala di avere studiato le password – normalmente l’accesso e vietato tranne allo FBI o all’Agenzia di Sicurezza – da una lunga lista rubate dal sito RockYou, una compagnia che elabora software per siti come Facebook o MySpace. Su oltre 32 milioni di password l’1% corrispondeva a 123456 e la seconda più usata a 12345.
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