Camerota. Un teschio con la scritta “A morte don Gianni Citro” è comparsa la notte di Capodanno all’interno della sala d’attesa della stazione ferroviaria di Pisciotta. L’obiettivo è il giovane parroco di Camerota finito alla ribalta lo scorso anno per essersi tesserato nelle file del Partito Democratico e per aver invitato la folla, durante un concerto, a non votare il centrodestra. Una scelta politica chiara che non ha più dato pace al giovane sacerdote. Dal giorno del tesseramento, don Gianni Citro è diventato bersaglio di una serie di minacce: lettere anonime e manifesti prima della scritta nella stazione. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Camerota. Al vaglio degli inquirenti anche alcune omelie di don Citro durante le quali il sacerdote ha “bacchettato” alcuni consiglieri di opposizione e alcuni imprenditori. Ma il sacerdote non è apparso certo impaurito dalle minacce: «Non mi stupisce affatto un’uscita di questa natura – ha spiegato – anche se non riesco a valutarne la consistenza. Nonostante abbia un quadro abbastanza chiaro della gravitá di certe situazioni diventate ormai cancerogene nella storia politica e amministrativa di Camerota, la mia onestá culturale mi impedisce di pensare che si possa arrivare a tanto, per cui mi viene più facile immaginare che si tratti del gesto sconsiderato di qualche nuova leva del complicato meccanismo di interessi finanziari a Camerota, senza dubbio istruito e istigato da gente più esperta».
Ma don Citro, che non ha risparmiato ai suoi parrocchiani un’omelia al vetriolo anche a capodanno, va oltre le polemiche: «A chi mi ha invitato anche con toni volgari a separare il mio ruolo di sacerdote dal mio impegno politico, rispondo che sono e mi sento esclusivamente un sacerdote ed è in forza del mio ministero pastorale e del mio amore per la gente e per il territorio che ho intrapreso una battaglia contro certi sistemi di controllo malavitoso e di gestione mafiosa della vita locale».
Ma don Citro, che non ha risparmiato ai suoi parrocchiani un’omelia al vetriolo anche a capodanno, va oltre le polemiche: «A chi mi ha invitato anche con toni volgari a separare il mio ruolo di sacerdote dal mio impegno politico, rispondo che sono e mi sento esclusivamente un sacerdote ed è in forza del mio ministero pastorale e del mio amore per la gente e per il territorio che ho intrapreso una battaglia contro certi sistemi di controllo malavitoso e di gestione mafiosa della vita locale».
Fonte: Julie Italia srl
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